La fotografia non è mai stata così “umana” a Reggio Emilia, che per la terza edizione di
Fotografia Europea, l’importante rassegna annuale internazionale curata da Elio Grazioli, ha invitato protagonisti d’eccezione a sviscerare le loro diverse interpretazioni, sia dal punto visivo che teorico, dell’immagine corporea e tattile.
Umano, troppo umano è infatti il titolo della manifestazione che quest’anno si arricchisce, oltre che di numerose mostre, per la maggior parte di altissimo livello, anche di eventi, workshop, conferenze, spettacoli, seminari e letture incentrate sul tema chiave del corpo.
Evento
clou sarà l’inaugurazione di oggi, durante la quale il sociologo Alberto Abruzzese e il fotografo pubblicitario
Oliviero Toscani dialogheranno sul corpo nell’immaginario collettivo. Inaugurazione che coinciderà con quella del nuovissimo Spazio Gerra, centro di progettualità per la fotografia e l’immagine contemporanea.
Vero fiore all’occhiello sono le mostre che si snodano nei vari spazi della città -dai Chiostri di San Domenico all’Ex Opg, fino alla Sala Verdi, solo per citarne alcuni-
e che sono suddivise in quattro sezioni:
Protagonisti,
Mostre personali,
Produzioni dedicate e
Progetti speciali.
Nella prima sezione si collocano le rassegne dedicate a due fra i più autorevoli protagonisti della fotografia mondiale dell’ultimo secolo:
Edward Steichen e
Bettina Rheims. Per quanto riguarda le personali storiche, cinque artisti europei di periodi e contesti diversi (
Paolo Gioli,
Raoul Hausmann,
Jorge Molder,
Pierre et Gilles e
Wols) sono stati scelti per l’originalità e la forza sperimentale dei loro lavori.
Produzioni dedicate comprende quattro artisti internazionali -il francese
Antoine D’Agata, la polacca
Aneta Grzeszykowska, l’olandese
Erwin Olaf e la svedese
Ann-Sofi Sidén– invitati a fornire quattro singolari declinazioni del concetto di corporeità, di volta in volta tormentata, manipolata, indagata nella sua intima fragilità e impulsività. Completa l’offerta espositiva una selezione di progetti speciali di ricerca, tra cui si segnalano due giovani fotografi italiani,
Benedetta Alfieri e il progetto
Trentatré di
Nicola Vinci, in cui l’essenza dell’uomo, testimone silenzioso dell’esistenza, si radica negli spazi passando dai protagonisti delle storie ai soggetti rappresentati all’interno delle immagini.
Fra gli incontri da segnalare, le conversazioni in programma giovedì 1° maggio con gli artisti, introdotti e coordinati da Elio Grazioli, dove nel dialogo
Fotografia tra crudeltà e concetto l’italiano Paolo Gioli e il portoghese Jorge Molder si confrontano sulle proprie modalità opposte e complementari di porre il corpo al centro dell’immagine.
A seguire, per
Umanità e disumanità del corpo, D’Agata, Grzeszykowska e Sidén ripercorrono i diversi approcci alla rappresentazione della fisicità tormentata ed estrema proposti nelle produzioni realizzate per l’occasione.
Vanno inoltre ricordate le conferenze dello storico Giovanni De Luna (
Corpi per la storia contemporanea, venerdì 2 maggio), che parlerà del ruolo dell’immagine come fonte essenziale di memoria,
Tendenze della fotografia italiana (3 maggio), con Giovanna Calvenzi,
Mario Cresci,
Martino Marangoni e Roberta Valtorta, e infine l’intervento del teologo Vito Mancuso (4 maggio). Da non perdere ovviamente le
lectio magistralis che si snoderanno anch’esse dal 2 al 4 maggio, scandite dalla presenza di autorevoli protagonisti del mondo della cultura: Umberto Galimberti affronterà il tema del corpo in Occidente, Adriana Cavarero analizzerà la corporeità femminile e Derrick de Kerckhove esplorerà il mondo virtuale per mostrare come l’ipertecnologia esalti i sensi. In conclusione, un invito a seguire con attenzione anche il circuito
Off che, oltre alle mostre nelle gallerie, prevede eventi nei comuni limitrofi, come un corposo progetto sulla TAV a cura di Linea di Confine.