Un grande Degas poco impressionista

di - 16 Aprile 2016
Fino al 24 luglio 2016 il MoMa di New York mette in mostra un Degas come non lo avete mai visto. Cos’ha questa mostra di diverso rispetto alle precedenti? Direte voi. Domanda del tutto lecita, anche perché i nostri occhi potrebbero essere saturi d’Impressionismo. Questa volta la novità c’è. Eccome. Per Edgar Degas (1834 – 1917), si tratta della prima mostra monografica nell’istituzione americana e Jodi Hauptman, senior curator del dipartimento di arti grafiche e curatrice della mostra, ha deciso, con Karl Buchberg e Heidi Hirschl, di fargli varcare la soglia del MoMa in grande stile.
“Edgar Degas: A Strange New Beauty” è una mostra interamente dedicata ai monotipi realizzati dall’artista dalla metà degli anni 1870 alla metà del 1880, e di nuovo nei primi anni 1890. L’accento è posto sull’importanza del monotipo e l’influenza che ha avuto sulle altre opere dell’artista. L’esposizione, che comprende circa 120 monotipi accompagnati da una sessantina di lavori ad essi connessi, tra cui dipinti, disegni, pastelli, stampe e album di schizzi, indaga l’utilizzo sperimentale e innovativo che Degas fa di questa magnifica tecnica fino alla sua completa padronanza.

Al fine di illustrare nel miglior modo possibile il rapporto tra Degas e questo metodo di stampa, la mostra procede in ordine cronologico ed è scandita in cinque sezioni. La prima sala, Modern life, mostra come le potenzialità tecniche del monotipo ne fanno il mezzo perfetto per catturare l’essenza della modernità della vita urbana. Da sempre interessato in particolar modo al corpo e alla vita urbana, Degas trova nel monotipo un alleato estremamente efficace che gli offre gli strumenti adatti per affrontare la sfida pittorica della rappresentazione del movimento. Backstage at the Ballet and in the Brothel, è una serie dedicata al dietro le quinte dei balletti e dei bordelli parigini e, insieme alla sezione Bathers, presenta forse i soggetti a noi più familiari. Questi monotipi, di cui molti colorati successivamente con il pastello, sono realizzati da ampi gesti e da una pennellata libera che incoraggia la caricatura dei personaggi rappresentati.
La sezione più interessante probabilmente è Landscape. Dopo una pausa di qualche anno, nel 1890 Degas ritorna alla tecnica del monotipo dedicandosi però alla rappresentazione del paesaggio. Il risultato è stupefacente; se non fossimo coscienti di essere a una mostra di Degas potremmo benissimo essere persuasi di trovarci di fronte alle opere di un artista contemporaneo. Utilizzando la pittura a olio al posto dell’inchiostro nero, e aggiungendo a posteriori il pastello per aumentarne l’enfasi, Degas crea una serie di paesaggi astratti che sono tra le opere più radicali del suo tempo. La mostra termina con Consequences, una serie di magnifici quadri raffiguranti bagnanti e ballerine, i cui colori saturi e i tessuti grezzi estendono la libertà del monotipo a opere ad olio e a pastello molto più grandi.

Degas scopre la tecnica del monotipo nel 1870 tramite l’amico e incisore Ludovic Lépic, e ne rimane immediatamente affascinato. Tra tutti i metodi di stampa, il monotipo è di sicuro quello più spontaneo e immediato. Il processo consiste in un disegno realizzato direttamente con inchiostro nero, o anche colori ad olio, su una lastra di metallo mediante pennello, straccio, dito, unghia o bastone. Una volta terminato, il disegno è trasferito su foglio di carta attraverso pressione nel torchio. Contrariamente alla xilografa e alla litografia, che prevedono l’incisione rispettivamente su legno e su pietra, un’altra peculiarità del monotipo è di creare un solo ed unico esemplare non riproducibile. Essendo dipinto direttamente su supporto e velocemente affinché l’inchiostro non secchi, il monotipo conserva la texture dell’inchiostro rendendo il risultato finale piacevolmente materico. È proprio questa tattilità, molto simile alla porosità del pastello, che conquista Degas.Le opere che ne derivano sono caratterizzate da forme enigmatiche e mutevoli, passaggi luminosi che emergono dal nero profondo.
Sicuramente tra gli artisti più importanti del XIX secolo, Edgar Degas è meglio conosciuto come pittore e cronista del balletto. Eppure pochi sanno che la produzione di Degas si è spinta oltre i pastelli dedicati alle ballerine e alle donne nude ritratte lascivamente in momenti d’intimità. Questa è l’occasione per conoscere un altro Degas, per farlo uscire dallo stereotipo e dall’etichetta impressionista. Rifare conoscenza proprio con colui al quale è stato affidato il compito di portare alto il baluardo dell’Impressionismo ma che, tra i suoi compagni, forse era il meno impressionista di tutti e a cui tale abito è sempre stato scomodo
Fabrizia Maselli

Laureata in Storia dell’Arte alla Sorbona. Dopo sei anni a Parigi e una parentesi americana a Princeton, collaborando a un progetto di scala internazionale (IPSP - International Panel on Social Progress), attualmente si a Roma dove ha contribuito allo sviluppo del concept creativo della la piattaforma Artsupp, di cui è Responsabile ufficio Stampa e comunicazione.

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