Un MAXXI premio per giovani artisti (o quasi)

di - 27 Maggio 2014
Arrivato alla terza edizione, il Premio MAXXI per la giovane arte italiana si conferma come una delle migliori iniziative del museo per promuovere e sostenere l’arte emergente tricolore. E non solo per le ottime segnalazioni e per le giurie internazionali equilibrate e competenti, che hanno premiato Rossella Biscotti nel 2010 con un’opera esposta alla Documenta due anni dopo, e Giorgio Andreotta Calò nel 2012. A fare la qualità del premio è soprattutto l’interazione tra le opere, tutte realizzate per l’occasione, e gli spazi del museo.
Una crescita consapevole e continua: se nelle due edizioni precedenti il premio occupava la sola galleria 5, questa volta gli artisti si sono impadroniti dell’intero museo, in un allestimento che suggerisce l’idea del MAXXI come di un edificio in progress, in grado di stimolare l’immaginazione dei quattro artisti partecipanti. A partire da Micol Assael, che ha allestito Untitled, un’inquietante installazione negli spazi attigui al MAXXI Base, che l’artista ha trasformato in un ambiente che ricorda la corsia di un ospedale, dove i sanitari riempiti d’acqua sono sospesi a mezz’aria, in attesa che un generatore ne azioni il sommesso sgocciolio, mentre una brandina d’ospedale ospita una pozza di materia trasparente. Uno spazio essenziale, carico di suggestioni letterarie, poetiche e cinematografiche (penso a Bruce Chatwin e a Dino Campana, all’ultimo Von Trier  e al rigore di Ida del regista polacco Pawel Pawlikowski), chiuso e claustrale, opposto al ring di Marinella Senatore, protagonista di The School of Narrative Dance, Roma :un set ideale per vivere il MAXXI come un laboratorio a cielo aperto per allestire corsi, seminari e lezioni dedicate a discipline di ogni genere in un percorso che comincia nell’arena rossa piena di sabbia costruita dal gruppo inglese ASSEMBLE per snodarsi lungo le rampe che permettono al pubblico di raggiungere le gallerie situate nei piani superiori del museo.
Nella galleria 5 Linda Fregni Nagler presenta Per comandare all’aria, un rarefatto percorso dedicato al limite della fotografia, composto da una serie di 15 immagini vintage, tratte da giornali d’epoca e ingrandite, che mostrano persone in situazioni di disequilibrio, montate su supporti metallici in modo da formare una sorta di percorso dedicato ad un’idea di precarietà. Una sorta di labirinto enigmatico e rarefatto, che diventa ancora più misterioso grazie alla presenza di tre sculture simili a macchine volanti. «Si tratta di dispositivi legati agli aerostati, che ho fatto realizzare a partire da alcune immagini scattate da Nadar, appassionato di dirigibili», spiega l’artista. Infine l’ultima parte della galleria è stata trasformata da Yuri Ancarani in una sala cinematografica dove viene proiettato il video San Siro, dedicato alla preparazione di una partita di calcio attraverso una analisi del backstage, che di norma viene nascosto al pubblico.
Quattro opere di indubbia qualità, che riflettono tematiche e messaggi molto diffusi nell’arte delle ultime generazioni, attraverso punti di vista non banali e mai scontati. Quale sarà l’esito della competizione, che vedrà la giuria internazionale (composta da Anna Mattirolo, Hou Hanru, Massimiliano Gioni, Fabio Cavallucci, Giuseppe Penone e Susanne Pfeffer) assegnare il premio il prossimo 13 giugno? Vinceranno le atmosfere inquietanti di Assael, la gioiosa ed energetica proposta interdisciplinare di Senatore, le riflessioni sul tempo e lo spazio di Fregni Nagler o lo sguardo indiscreto di Ancarani su uno sport diventato specchio dell’identità nazionale?

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  • Una breve lettura su ogni artista partecipante:

    Micol Assael

    Sembra la figlia di Pier Paolo Calzolari. Arte povera 2000. Sottili inquietudini in piccoli padiglioni che sembrano un "luna park per adulti".
    Voto 5

    Yuri Ancarani

    Documentarista sofisticato. Che può anche non essere poco. Anche con una certa pulizia specifica, che ha un certo suo sapore. Manca una presa di posizione. Da quando San Maurizio Cattelan ha capito che ne poteva avere bisogno, tutti i favori per lui. Ma San Maurizio sa che una certa pulizia surrealista, a forza di guardalra diventa sepre "interessante". Lui dice che la cosa non ha cambiato molto, ma non è assolutamente vero, basta guardare il felice caso da arte a cinema di Steve McQueen.
    Voto 5,5

    Linda Fregni Nagler

    Maestra dell’ikea evoluta che in questo caso è coltissima, e quindi ci distrae dall’ikea evoluta, ma è proprio ikea evoluta. Quindi riflettere e selezionare fino allo sfinimento vecchie stampe, cercando il pelo nell’uovo, dando vita ad immaginari veramente inquietanti. Avete presente il film “The Others” con Nicole Kidman? A me sembra una grande masturbazione fatta in punta di spillo. Insomma, possiamo speculare quanto vogliamo su ogni foto. Ripeto, servono modi nuovi che non siano la selezione delle foto dal solito, beneamato, amatissimo, mercatino dell’antiquariato. Questi giovani devono aver subito traumi da piccoli, semmai chiusi in soffitta.
    Voto 4,5

    Marinella Senatore

    Una tecnica cinematografica tanto di moda e abusata, incontra momenti di coinvolgimento popolare. Migliaia di persone, provenienti ad ogni ambito, partecipano a grandi processioni colorate, workshop, incontri, balli e riflessioni su problemi sociali. Purtroppo non è chiaro che non c'è bisogno di un muro bianco o dell'ennesimo "social network" quanto di modi per affrontare certe questioni, anche politiche e sociali. Allora il suo lavoro diventa un misto fra la festa dell'Unità di PDessiana memoria e il mainstream alla Tacita Dean.
    Voto 5 -

  • Se questo è il futuro siamo proprio messi male. Qui non si può parlare ne di arte e tanto meno di Artisti. Scandaloso soprattutto chi gli ha Selezionati. Ennesima dimostrazione come la critica Italiana e veramente a livelli di bassa macelleria.

  • La situazione non è pessima, ma è mediocre. C'è un galleggiamento. Questo perchè questi artisti non hanno avuto un contesto formativo vitale che li stimolasse per andare oltre lo scimmiottamento dell'arte povera e della scena internazionale.

    Guarda la Senatore: presenta un lavoro che solo forzatamente è legato a sua cose precedenti. Dopo la critica si cerca di uscire dal museo, e iniziare a coinvolgere tutti e dialogare con tutti. Come se questo possa cambiare le cose. Addirittura ci si fregia del nome di SCUOLA (???). Non si capisce che bisogna cambiare radicalmente metodo.

    Lo scemo del villaggio che dice quetso diventa vittima sacrificale.

  • Focus Marinella Senatore che dichiara:

    "Il focus del lavoro è la partecipazione attiva del pubblico nel processo creativo, processo che si traduce attraverso diversi media, dall’installazione al video, disegno, performance, fotografia. Coinvolgendo talvolta intere comunità, il ruolo che preferisco è quello dell’attivatore di processi creativi collettivi che partano dal basso, e che possano avviare un dialogo tra storia orale e strutture socio-culturali. Nei nostri progetti chiunque può partecipare, utilizzando le piattaforme che creiamo insieme in molteplici modi, riformulando il ruolo dell’autore e quello del pubblico"

    PER FAVORE

    Oggi tutti possiamo partecipare liberamente (vedi internet, ma anche una persona che esce di casa e decide di fare una cosa). Quindi??? E poi quale legame con il percorso precedente dell'artista (ricordo frammenti di set cinematografici).

    Il punto non è partecipare ma la responsabilità di questa partecipazione. Sembra che la Senatore negli ultimi mesi abbia virato verso una facile retorica, forse per rispondere a diverse critiche verso il sistema dell'arte. Un fallimento: come se un dentista criticato iniziasse a scendere in piazza e fare laboratori di disegno e falegnameria per i bambini....non ci siamo.

  • Focus Linda Fregni Nagler:

    "Nel mio lavoro, esploro il linguaggio fotografico, le sue tradizioni e le sue convenzioni, interrogandomi sullo statuto delle immagini, la riproducibilità, l’autorialità, la manipolazione e il falso. Con intento riflessivo e critico, analizzo il cambiamento di percezione delle immagini in base al contesto storico e antropologico in cui sono mostrate."

    La fotografia oggi è pratica troppo sedimentata. Su ogni immagine potremo scrivere un libro. Quindi tutto risulta pretenzioso. Il risultato è ikea evoluta.Immagini corredate da un testo che ci argomenta i sedimenti. Per tanto la scelta dell'artista Linda o Gustavo è del tutto arbitraria.

    Il tema della sospensione. Ogni fotografia è sospensione...insomma masturbazioni mentali certificate da una giuria di esperti.

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