La scritta Protect me from what I want è apparsa nel 2020, su uno dei preservativi firmati dall’artista Jenny Holzer per Avant Art, una collezione a supporto della lotta contro l’AIDS in collaborazione con il New York City AIDS Memorial. A Napoli, l’artista Marianna Vittorioso ha fatto un’operazione simile in occasione dell’ultima giornata mondiale contro l’AIDS, con la collaborazione dell’Anlaids Campania che, con l’ospedale Cotugno, ha lanciato allarmanti dati sull’aumento di casi da HIV e AIDS in Campania, dopo il Covid.
Su preservativi Durex (che poco tempo addietro hanno lanciato, sui social, la campagna Durex incontra i grandi maestri dell’arte) c’è il suo nome e lo slogan Use the right tools, titolo dell’installazione permanente che ha realizzato nel bar Tools, nel centro storico della città partenopea. Circa 35mq di Lego, soldatini dal viso cancellato, specchi infranti, maschere, farfalle, plastiche colorate, trappole per topi e, ovviamente, preservativi che percorrono in maniera minuziosamente maniacale le pareti dello spazio, dall’entrata fino ai bagni. Un’installazione che rifiuta il minimalismo concettuale, da molti mal riproposto ai giorni d’oggi, legato a un passato non più presente. L’installazione, infatti, si fa carico di una moltitudine di elementi che, volutamente, sovraffollano un luogo che solitamente è vissuto di notte da maschere, più che da volti.
La white night stand a cui fa riferimento Vittorioso è un po’ la favola nera che invade, ormai da tanto, troppo, tempo il quotidiano: una valvola di sfogo a una serie di limitazioni e tabù che la società impone, senza sostenere una vera e propria attività di educazione e informazione, se non superficiale, al safe sex.
L’invasione dei Lego, non è solo un richiamo al consumismo scellerato dei nostri tempi ma anche alla “costruzione” di tutti quei muri sociali che non permettono la crescita, come sa bene Vittorioso, che vive e lavora in Cina e in tutto il mondo, come artista e architetto, dal 2009. Ma soprattutto un invito al riuso di quei mattoncini che ognuno ha costruito dentro di sé e che dovrebbe imparare a erigere per proteggersi per amor proprio.
I colori come tutti i simboli usati, ricreano un ambiente ludico tipico degli anni di diffusione del virus. Qui, diversi elementi di disturbo sono letteralmente incastrati nella macchina scenografica che teatralmente decora, in apparenza, tutto l’impianto.
La struttura dell’installazione ha anche l’intento di far partecipare al gioco chiunque entri nel locale. L’idea è quella di perdersi e di ritrovarsi in un volto dipinto di bianco, come in un frammento di specchio, e di viversi il momento liberamente ma in maniera consapevole.
Durante l’inaugurazione è stato presentato anche il video ispirato all’opera, realizzato dal collettivo artistico napoletano Club Tasso che, sotto la guida dell’artista, ha sperimentato forme ibride di comunicazione visuale e sonora, traendo spunto dalle pubblicità degli anni ‘80 e da immagini del repertorio documentario del territorio partenopeo.
L’installazione di Marianna Vittorioso, con i preservativi prelevabili gratuitamente da chiunque e sempre visibile negli orari di apertura del locale, riprende, per certi versi, il forte messaggio espresso negli anni ‘90 da Felix Gonzalez-Torres, con le sue celebri caramelle colorate: scuotere le coscienze e far riflettere, attraverso il coraggioso strumento comunicativo dell’arte, su un fenomeno ancora attuale e dalle evoluzioni, purtroppo, non effimere.
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