È tempo di vernissage per la quinta edizione dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, a cura di Stefania Pieralice. La manifestazione prevede un serie di eventi culturali e mostre che saranno ospitati in tre location della capitale: i Musei di San Salvatore in Lauro del Pio Sodalizio dei Piceni, la Galleria dei Miracoli e l’Università eCampus. L’Esposizione Triennale 2023 si propone di ricercare una modalità di comunicazione metastorica in grado di riconfigurare il tempo e lo spazio attraverso l’arte visiva.
Il tema di quest’anno ruota attorno alla filosofia del critico Harald Szeemann. «Quest’ultimo, – si legge nel testo critico di accompagnamento alla kermesse – partendo dalla biografia mitizzata propria degli artisti, la trasponeva come base per una conoscenza universale, ponendo attenzione all’utopia, all’ossessione e alla visionarietà. In tal modo, egli mirava a salvaguardare le finesses di quelle esperienze – ovvero le sottigliezze, le finezze, le differenze – che rischiano fatalmente di perdersi nella velocità e nel consumismo della vita contemporanea. Traendo linfa da questo tessuto teorico, la mostra rappresenterà un’esplorazione nell’interiorità personale e al contempo collettiva di ogni autore che, in tal modo, suggerirà riflessioni e possibili alternative a quelle apparenti vie obbligate della contemporaneità».
Tra i vari eventi organizzati nell’ambito dell’Esposizione Triennale di Arti Visive, si distingue la mostra di Arkeo, la cui inaugurazione è prevista sabato 2 dicembre alle 17 alla Galleria dei Miracoli a Roma. Arkeo è una realtà nata in provincia di Bologna nel 2015 e da allora si è dedicata alla realizzazione di opere da concepire come sintesi tra arte visiva e design. Tra le varie mostre realizzate nel corso degli anni, si ricordano quella a Palazzo Ivanchic a Venezia, la partecipazione alla fiera romana Arte in Nuvola, all’Expo Internazionale di Marsiglia e alla 59ima Biennale d’Arte di Venezia (padiglione Grenada).
Finale: frammenti d’anima e luce è il titolo della personale di Arkeo, a cura di Stefania Pieralice e Ariadne Caccavalle. Fino all’11 dicembre nello spazio di via del Corso 528 saranno presentate dieci opere che, richiamando visioni oniriche, riconducono a una spiritualità primitiva. Si tratta perlopiù di sculture antropomorfe nate dall’assemblaggio di “objets trouvés” e oggetti antichi, ai quali viene offerta una nuova possibilità di vita. È il caso de Il Guardiano di Stelle (2017), un’installazione costituita da oggetti di archeologia industriale, tra i quali, per esempio, un grande mantice di inizio Ottocento.
Elemento assai ricorrente nelle opere di Arkeo è il “figuro con la maschera” che, come in un rito sciamanico, diventa l’interprete di una serie di azioni dal forte significato spirituale. Di fatto, si tratta di un comunicatore, un messaggero artistico che attinge dal passato per veicolare messaggi positivi nella speranza ci accompagnino verso il futuro. Inoltre, alla luce viene affidato un compito fondamentale: infondere un’anima alle opere, un soffio vitale. Emblematica in questo senso è Noblesse (bucolic lineage) del 2022, una coppia di busti in cui la lampadina rappresenta il fulcro attorno al quale sono assemblati antichi fusti in alluminio, quegli stessi che tra gli anni ’20 e gli anni ’60 servivano ai bambini per trasportare il latte fresco dalla malga al paese più vicino. Invece, più recente è Conoscersi (2023), una scultura di grandi dimensioni formata da un manichino per abiti e da una candeliera del ‘600 di origine religiosa. Pertanto, ancora una volta quest’opera è il frutto di suggestive visioni che ricordano il passato chiedendo di accompagnarci verso il futuro.
Finale: frammenti d’anima e luce di Arkeo è aperta dal lunedì al sabato dalle 11 alle 18 e l’ingresso è libero. Venerdì 8 dicembre 2023 chiuso.
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