21 ottobre 2009

VASTA GAM

 
Finalmente. Dopo due mesi di lavori, la Gam di Torino entra ufficialmente nell’anno primo dell’era Eccher. Con un riassetto delle collezioni, uno spazio underground dedicato ai giovani artisti e molte altre novità. Ce ne parla il direttore, attendendo che venerdì sera si aprano le porte della Galleria d’Arte Moderna...

di

Danilo
Eccher, arrivi in una Torino che forse si sta lasciando alle spalle i ruggenti
anni Novanta e la prima metà dei Duemila che l’avevano vista indiscussa
capitale del contemporaneo nel paese…

Credo
che Torino continui ad essere la capitale italiana dell’arte contemporanea:
oltre alla GAM ci sono il Castello di Rivoli, la Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo, la Fondazione Merz, altre fondazioni e associazioni per giovani
artisti come Barriera, un collezionismo solido e molto preparato, alcune fra le
più importanti gallerie d’arte e, soprattutto, alcuni fra i più importanti
artisti italiani, da quelli storici ai più giovani.

In
un paio di mesi già una piccola rivoluzione. Cosa avete cambiato all’interno
dello stabile di via Magenta?

Non
si tratta di una rivoluzione ma di uno sviluppo: la GAM è uno dei più antichi e
prestigiosi musei d’arte moderna e contemporanea. Pier Giovanni Castagnoli, che
mi ha preceduto alla direzione, ha svolto un egregio lavoro e io vorrei
riprenderlo, aggiornarlo, svilupparlo. Ovviamente ogni direttore ha una
specifica personalità ed è naturale che questa emerga dalla gestione del museo,
ma non c’è bisogno di rivoluzionare nulla.
Paul McCarthy - Puppet (Original) - 2005-08 - materiali vari - cm 191,5x287,5x140
In
particolare per il riallestimento delle collezioni c’è un progetto di lungo
periodo che coinvolgerà personaggi esterni alla Galleria. Ce ne parli?

Il
progetto è molto complesso e nasce da un approfondito studio sulle ricche
collezioni permanenti della GAM e da numerosi incontri e colloqui con studiosi
di varie discipline. È così nato un progetto museografico che tende a
riordinare il patrimonio di opere del museo lungo itinerari tematici e non più
secondo un ordine cronologico. Non si tratta di una novità in assoluto, la Tate
Modern l’ha fatto quasi dieci anni fa poi è stata la volta del MoMA di New
York, quindi del Reina Sofia di Madrid e di molti altri. Su questo impianto
generale abbiamo però cercato di innestare alcune variabili, chiedendo di
individuare le aree tematiche a studiosi di discipline diverse dalla Storia
dell’Arte…
L’esterno della Gam di Torino
Un’altra
novità è dedicata ai giovani artisti, che metterete sottoterra…

GAM
Underground Project è uno spazio di quasi mille mq, dove sarà possibile
realizzare un grande progetto dedicato ai giovani artisti, alla sperimentazione
e ai nuovi linguaggi. Inizieremo con una personale di Ian Kiaer per poi
continuare con alcune delle più significative personalità della scena
internazionale emergente. Questo progetto, a cura di Elena Volpato, si
affiancherà alla nuova “Videoteca”, dove potremo presentare una collezione
video che è una delle più vaste d’Europa.

Quale
sarà la prossima grande mostra dopo Il Teatro della Performance
, cosa ospiterete nello spazio
Underground Project e quali saranno i focus proposti da Wunderkammern?

Intanto
siamo concentrati sull’apertura della nuova sistemazione della GAM, su una
mostra come Teatro della Performance che vede il “ritorno” a Torino delle opere di Kazuo
Shiraga esposte per la prima volta nel 1959, ma anche i lavori di Michelangelo
Pistoletto dei primi anni Sessanta o i disegni di Gilbert & George, che
proprio nelle sale della GAM hanno tenuto la loro prima performance in Italia
nel 1970, e poi Hermann Nitsch, Marina Abramovic, che realizza un progetto
specifico per la GAM restaurando il sonoro delle sue prime performance, e poi
Paul McCarthy e John Bock. Va poi sottolineata l’importanza di un prezioso
progetto come “Wunderkammer”, a cura di Virginia Bertone, dove ogni due mesi
esporremo delle piccole gioie, delle autentiche meraviglie della nostra
collezione, come gli undici disegni di Pietro Giacomo Palmieri che presenteremo
all’apertura.
John Bock - Lust Torte - 2008 - video - 50’49’’ - courtesy Klosterfelde, Berlino & Anton Kern, New York & Giò Marconi, Milano - photo Jan Windszus
Ok,
ora basta. Avete letto anche troppo. Solo che non è tutto. Perché su
Exibart.onpaper di novembre l’intervista a Danilo Eccher prosegue, con altri
argomenti stuzzicanti, quali: riuscirà Torino a resistere ai colpi della crisi
e a mantenere la sua fama di capitale italiana dell’arte contemporanea? E dove
mai troverà, la GAM, altro spazio per piazzare le sue 45mila opere? Come
condurrà il neodirettore trentino la traversata verso nuovi – e più “ampi” –
orizzonti?

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da De Carlo

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a cura di massimiliano tonelli


dal 23 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010
Nuovo
riallestimento collezioni
Il Teatro della Performance – a cura di Danilo Eccher
The GAM Underground Project – Ian Kiaer – a cura di Elena
Volpato
Wunderkammer #1 – Pietro Giacomo Palmieri
GAM – Galleria d’Arte Moderna e contemporanea
Via Magenta 31 (zona Politecnico) – 10128 Torino
Orario: da martedì a domenica ore 10-18; giovedì ore 10-22 (la biglietteria
chiude un’ora prima)
Ingresso: intero € 7,50; ridotto € 6; gratuito il primo martedì del mese
Info: tel. +39 0114429518; fax +39 0114429550; gam@fondazionetorinomusei.it; www.gamtorino.it

[exibart]


3 Commenti

  1. caro ‘primario’,
    ma come si può chiedere ad Eccher di rinnovare, quando lui è il primo a seguire una politica clientelare negli incarichi? Nonostante tutto quello che dichiara, alla GAM siamo alle bocce ferme da tempo

  2. Avete una vaga idea di quanti anni ha Elena Volpato e di quale lavoro abbia fatto, specie nel “reparto” video? Chi avrebbero dovuto nominare alla Gam, uno di quei “giovanni” curatori tutto chiacchiere e distintivo? Ma per favore…

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