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Videoart Yearbook, a Bologna la rassegna dedicata all’immagine in movimento
Progetti e iniziative
di redazione
Una panoramica rappresentativa e suggestiva, esauriente ed esaustiva, della videoarte italiana, insomma, un fermo immagine ma rigorosamente in movimento. Il 25 maggio, dalle 17:30 alle 20, nell’auditorium del DAMSLab, a Bologna, torna la 15ma edizione di Videoart Yearbook, rassegna la cui prima edizione andò sullo schermo nel 2006 e che, quest’anno, è condotta da un rinnovato gruppo di ricerca, costituito da Renato Barilli, Piero Deggiovanni, Pasquale Fameli e Silvia Grandi.
«La video arte tutta, dalla sua nascita sino ad oggi, ovvero, dopo la digitalizzazione di tutti i segnali analogici, conferma ciò che Renato Barilli ha osservato e verificato a partire dagli anni Sessanta in poi: l’arte ama sperimentare ogni innovazione tecnologica forzandola, tentandola, interpretandola», ha spiegato Piero Deggiovanni. «La selezione del Videoart Yearbook segue il medesimo sentiero che attualmente giunge alla sperimentazione a tutto tondo circa le potenzialità espressive del software, la cui egemonia indiscussa nelle attuali produzioni aggiunge soluzioni grafiche originali a un impianto linguistico agganciato a solide e collaudate strategie dell’argomentazione».
Karin Andersen, Apotropia, Elena Bellantoni, Filippo Berta, Citron Lunardi, Audrey Coianiz, Silvia De Gennaro, Elisabetta Di Sopra, Igor Imhoff, Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, Francesca Lolli, Marcantonio Lunardi, Christian Niccoli, Lorenzo Papanti, Mena Rusciano, Gennaro Sorrentino/Rinedda, sono gli artisti inviati. Attraverso le loro opere, realizzate nell’ultimo biennio, potremo esplorare l’amplissimo territorio dell’immagine in movimento più recente, esteso dalla video-performance alla computergrafica, tra indagini sul corpo e prove di resistenza fisica, reinvenzione dei codici filmici e varie forme dell’animazione. Inoltre, per approfondire ulteriormente l’argomento in tutte le sue declinazioni e al di là dei confini geografici, quest’anno è stata stretta una partnership con Vertov Project, associazione che, dal 2016, organizza IBRIDA Festival delle Arti intermediali di Forlì e che, tra l’altro, ha avviato con exibart i progetti 52vids e 24 vids, un grande archivio online, liberamente fruibile, di videoarte italiana e internazionale. Nel corso della serata sarà quindi presentata anche una selezione di video internazionali.
«Elaborando una dimensione finzionale, l’opera video decostruisce i codici filmici e riattualizza le strategie persuasive della retorica», ha sottolineato Pasquale Fameli. «L’allegoria, intesa come azione da interpretarsi diversamente dal suo significato apparente, diventa quindi un mezzo utile per riflettere su aspetti cruciali della nostra esistenza, sulla difficoltà delle relazioni o sulle barriere che separano gli uomini».
Silvia Grandi invece precisa che «L’impiego artistico del video è storicamente connesso alle esperienze della performance pertanto la corporalità e il comportamento continuano a giocare un ruolo centralissimo anche nella più recente ricerca video, ambientando l’azione in situazioni e contesti scenici appositamente costruiti. È quindi l’estensione della “performance vestita”, incentrata sul camuffamento e sull’interpretazione di un ruolo, che si orienta verso la materializzazione di un immaginario non privo, talvolta, di elementi citazionisti e revivalisti».