Si inaugura oggi, alle ore 11:30, a Bassano in Teverina (VT) presso il Querceto, la settima edizione di Sculture in campo. Sculture in campo è un work in progress: ogni anno alla collezione permanente del Parco internazionale di scultura si aggiungono opere di artisti selezionati dal comitato scientifico composto da Lucilla Catania, Cesare Biasini Selvaggi, Cecilia Canziani, Laura Iamurri, Roberto Lambarelli e Anna Maria Panzera. In questa occasione, saranno presentati al pubblico due nuovi lavori di Giulio De Mitri e Veronica Montanino.
Cielo (2023) è il titolo della scultura realizzata da Giulio De Mitri (Taranto, 1952) e presentata il giorno dellâinaugurazione da Cesare Biasini Selvaggi. Si tratta di un cilindro realizzato in muro a secco in pietra Palombino (90 x 300 Ă cm). Il cilindro è coperto da una lastra in acciaio inox specchiante sulla quale si riflette lâimmagine del cielo, in una compenetrazione di piani fra terra e atmosfera. Lâopera si colloca a metĂ strada tra la scultura di Cloti Ricciardi Anomie spaziali 5 e quella di Vittorio Messina Palagio il cui tetto di cristallo, instaurando un dialogo plastico tra le tre opere.
Lâopera Speculare (2023) di Veronica Montanino (Roma, 1973) presentata da Anna Maria Panzera, si posiziona su di un piano inclinato che raccorda il Querceto con la scarpata sottostante. Ă realizzata in cemento e consta di 13 vasche riempite dâacqua. Le dimensioni dellâopera sono significative (10 x 5 m). Anche in questo caso, lâattenzione dellâartista è rivolta al tema del âriflessoâ. Diversamente dallâopera Cielo di Giulio De Mitri, Speculare è composta da linee morbide e sinuose. La sua superficie riflette lâambiente circostante nella sua interezza: alberi, piante e una porzione del cielo. La morfologia dellâopera consente unâintegrazione totale con lo spazio nel quale è inserita.
Nei due suggestivi luoghi espositivi allâinterno del borgo di Bassano in Teverina sempre di pertinenza del Parco Internazionale di Sculture in campo, spazio. Ipogeo e spazio.Progetti, sarĂ ancora visitabile, fino al 30 ottobre prossimo, la mostra Ines Fontenla, Paolo Grassino e Vittorio Messina. Il primo accoglie una serie inedita di opere plastiche dei tre autori giĂ presenti nel Parco. Nel secondo, invece, una loro selezione di lavori bidimensionali fra progetti, grafiche e disegni.
Contestualmente, nel mezzanino di spazio.Progetti, è visitabile il Centro Studi per la Scultura contemporanea. A seguito di un laborioso lavoro di recupero e restauro, una piccola ma nutrita biblioteca è stata messa a disposizione per la libera consultazione di libri e cataloghi che documentano la storia della scultura italiana e internazionale. Ă consultabile, inoltre, lâintera bibliografia degli artisti di Sculture in campo.
Con lâintervento curatoriale di Anna Maria Panzera e Shara Wasserman, e il supporto di Lucilla Catania emerge un materiale eterogeneo, in cui il disegno, la plastica, il modellato, la pittura, la parola e lo scritto convergono a ridefinire lâuscita dallo studio dellâartista e la sua azione allâesterno, in relazione con il paesaggio. 22 gli artisti in mostra: Bertugno, Catania, Ceccobelli, De Mitri, Fogli, Fontenla, Galizia, Garau, Genovese Grassino, Messina, Montanino, Nakamura, Palmieri, Pietrosanti, Puxeddu, Renzogallo, Ricciardi, Rizzo Timossi, Tito, Tulli.
Prosegue fino al 7 gennaio 2024 la mostra diffusa, a cura di Cesare Biasini Selvaggi, Lâaltra metĂ della Scultura contemporanea: Licia Galizia, Veronica Montanino, Francesca Tulli visitabile in tre dei musei cittadini di Gualdo Tadino: Licia Galizia al Museo Regionale dellâEmigrazione Pietro Conti, Veronica Montanino al Museo Opificio Rubboli, Francesca Tulli al Museo del Somaro-Centro per lâArte Contemporanea. Questo progetto, realizzato dal Polo Museale della CittĂ di Gualdo Tadino in collaborazione con Sculture in campo-Parco Internazionale di Scultura Contemporanea a Bassano in Teverina, apre un ciclo di mostre che saranno dedicate alle artiste che documentano il panorama artistico della scultura italiana contemporanea. Ogni artista espone in mostra una sua opera in grado di sintetizzare il corpus narrativo e rappresentativo della propria ricerca.
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