Nacque a New York nel 1898, proveniva da una famiglia di industriali ma scelse di dedicarsi alla promozione dell’arte d’avanguardia. Si trasferì in Europa negli anni ’20, sviluppò legami profondi con artisti come Man Ray, Constantin Brâncuși, e Marcel Duchamp, con il poeta Jean Cocteau inaugurò una galleria a Londra, con il pittore Max Ernst si sposò. E tante ancora sarebbero state le tappe segnanti percorse da Peggy Guggenheim, figura chiave della cultura e dell’arte del XX Secolo. La sua vita viene oggi esplorata nel podcast Volevo essere libera, prodotto da Chora Media in collaborazione con la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la cui sede di Palazzo Venier dei Leoni sul Canal Grande, fu aperta al pubblico nel 1949, per forte volere della stessa collezionista.
In quattro episodi e con la narrazione dell’attrice Sara Drago, il podcast offre uno sguardo intimo su Peggy Guggenheim, raccontando il suo cammino verso l’emancipazione, la passione per l’arte e la determinazione a vivere secondo le proprie regole. Nata in una famiglia agiata, non si limitò a ereditare una grande fortuna ma scelse di trasformarla in uno strumento per sostenere l’arte d’avanguardia.
Dopo un’infanzia vissuta nell’ombra della tragedia personale – la perdita del padre nel naufragio del Titanic – e in un contesto sociale che percepiva come una “gabbia dorata”, Guggenheim, nella vibrante Parigi bohémienne, incontrò artisti, intellettuali e scrittori che avrebbero influenzato profondamente la sua vita. Fu Duchamp a introdurla nel mondo dell’arte di avanguardia, spingendola a diventare non solo una collezionista, ma una promotrice instancabile di artisti che sarebbero divenuti icone del Novecento, come Jackson Pollock e Mark Rothko.
Il podcast, attraverso estratti dall’autobiografia di Guggenheim Una vita per l’arte e i ricordi di Karole P. B. Vail, direttrice della Collezione Peggy Guggenheim e nipote della collezionista, ci restituisce il ritratto di una donna indomabile. Ritornata a New York durante la Seconda guerra mondiale, nel 1942 Peggy fondò la galleria-museo Art of This Century, che diventò un crocevia per giovani artisti americani. Tuttavia, il suo legame con l’Europa restava inscindibile, e nel 1948, invitata alla Biennale di Venezia, trovò nella città lagunare la sua casa definitiva.
Il Palazzo Venier dei Leoni, affacciato sul Canal Grande, divenne il rifugio dove Peggy visse fino alla morte, ospitando la sua preziosa collezione d’arte. Oggi, questo stesso palazzo è sede della Fondazione Peggy Guggenheim, uno dei principali musei d’arte moderna in Italia, che conserva ed espone la collezione personale di Guggenheim e promuove mostre, eventi e programmi educativi rivolti al grande pubblico e agli studiosi.
Disponibile sulle principali piattaforme di streaming, il podcast, attraverso i ricordi personali, le testimonianze e le citazioni, offre un’occasione non solo per riscoprire la storia di Peggy Guggenheim ma anche per riflettere sul significato della libertà e dell’indipendenza.
Aprirà a Sintra, vicino Lisbona, la nuova sede della Albuquerque Foundation, dedicata all'eredità della porcellana e della ceramica. A curare…
Una selezione degli spettacoli e dei festival più interessanti della settimana, dal 18 al 24 novembre, in scena nei teatri…
Il legame tra arte, politica e committenza esiste sin dall’antichità, ma oggi emerge con prepotenza nel dibattito pubblico, portando a…
Storia personale, memoria e ricordi si intrecciano nel progetto di Moira Ricci al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo…
Che la settimana delle aste abbia inizio, tra i grattacieli della Grande Mela. Anche nell’anno della crisi, le major Sotheby’s…
Nel mio lavoro, esploro il tema universale dell'attrito tra le aspirazioni interne dell'individuo e le resistenze imposte dalle circostanze esterne.