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Wombstories è lo spot che rompe i tabù legati al corpo femminile
Progetti e iniziative
Wombstories racconta storie sincere, complesse, felici e tristi di uteri. Ci sono storie felici, d’amore, di dolore e di tremendo piacere. Storie di cicli mestruali puntuali come un orologio svizzero, di lancinanti endometriosi, di figli voluti e non voluti. Storie dolci, profondamente umane, narrate da un team artistico femminile acuto e attento. Questo è Wombstories, un video commissionato da Bodyform, marchio britannico dedicato all’igiene femminile e realizzato dalla regista Nisha Ganatra, vincitrice di un Golden Globe e candidata agli Emmy.
«Quando sono al loro meglio, i nostri corpi sono macchine incredibili che ci danno piacere e, se lo desideriamo, ci riproducono. Ma non sempre funzionano. Cicli irregolari, endometriosi, aborti spontanei e sterilità. I nostri corpi portano gioia, tristezza. Sono montagne russe che durano tutta la vita», ha dichiarato Ganatra.
Tra disegno, animazione e real fiction
Firmata dall’agenzia AMV BBDO London in collaborazione con Framestore, Wombstories desidera infrangere i tabù e la vergogna che circondano il corpo femminile. Il filmato chiude la campagna Boundary-smashing di Bodyform, conosciuta in Italia come Nuvenia. Esso, infatti, segue idealmente Viva la vulva (2019), che vinto diversi premi al festival Cannes Lions. Se Viva la vulva era un elogio gioioso alla vulva di tutte le forme e le dimensioni e, ancora prima, Blood normal (2017) puntava a normalizzare le rappresentazioni reali del sangue mestruale, Wombstories cerca di raccontare, senza cadere in stereotipi spiacevoli e poco intelligenti, intime e a volte complicate esperienze femminili.
Lo spot è stato realizzato alternando riprese di real fiction a immagini d’animazione, per catturare «Il rollercoaster emotivo delle relazioni che le donne hanno con i loro uteri e le loro vagine», ha spiegato il direttore esecutivo Nicholas Hulley. Le sequenze animate sono state create dalle artiste Annie Wong, Laura Jayne Hodkin, Carine Khalife, Salla Lehmus, Haein Kim, Kate Isobel Scott, Ross Mattaar e Nella Addy. Alcuni disegni sono stati realizzati in stop-frame, altri dipinti a mano, utilizzando la tecnica della vernice a olio su vetro.
Disponibile su YouTube, Wombstories pare non verrà trasmesso in TV. Una scelta discutibile, se consideriamo i dannosi spot pubblicitari che martellano le televisioni italiane.
Una rappresentazione sincera e reale, finalmente
L’intera esperienza femminile, dal ciclo mestruale al parto, dall’aborto alla menopausa, è recepita come “un’esperienza troppo complicata”. È come se non si volesse sapere o, peggio ancora, accettare che avere un utero comporti un costo fisico ed emotivo.
Wombstories è una rappresentazione finalmente sincera di cosa significa avere un utero, che non vuol dire solo avere il ciclo mestruale. Nel video si raccontano le storie di un parto, di una donna che decide di non avere figli, di una donna affetta da endometriosi, di una donna in menopausa e di una giovane ragazza che ha il ciclo mestruale per la prima volta.
Le storie descritte nella campagna sono spesso «Intrise di vergogna», ha aggiunto Nadja Lossgott, direttore creativo esecutivo di AMV. Lo spot mira a rovesciare il punto di vista e a incoraggiare conversazioni aperte sugli alti e i bassi della salute delle donne. Oltre ai macrotemi citati, il video contiene piccoli momenti intimi e comuni che non vengono però spesso mostrati sullo schermo, come una donna che si strappa i capezzoli o una ragazza che sente il rilascio “floodgate” del suo ciclo mestruale, quando starnutisce.
Una ricerca condotta da Essity ha rilevato che il 62% delle persone è d’accordo nell’affermare che non si parla ancora apertamente della salute delle donne e delle loro intime esperienze. Il 40% delle donne ritiene che il loro benessere mentale è stato negativamente influenzato dai tabù legati alle mestruazioni. Tanja Grubner, direttrice marketing e della comunicazione di Essity, ha dichiarato che «Anche se la campagna è stata concepita molto prima che la pandemia cambiasse tutto, i problemi che le donne affrontano non sono solo stati messi da parte ma sono addirittura stati “sospesi”». Per Grubner, il Covid-19 ha aumentato sensibilmente l’isolamento delle donne.
Tutte le storie si concludono in modo diverso. Al culmine del video, una scena di aborto spontaneo è seguita da quella di una ragazza a cui viene per la prima volta il ciclo mestruale. Un momento di rinascita, di vera e propria rigenerazione.
Wombstories invita e incoraggia le donne a condividere le loro esperienze sui social con l’hashtag #WombStories.