“Writer attack!”. E la città rinasce

di - 11 Settembre 2013
I sottopassaggi delle stazioni ferroviarie sono spesso luoghi grigi e impersonali. Il viaggiatore cammina veloce, non si guarda attorno, non c’è molto da vedere. Questo non è più il caso di Lecco, dove grazie alla terza manifestazione di “Lecco Street Art View 2013”, sabato 7 settembre sono stati realizzati due grandi murali, proprio nel sottopasso pedonale ferroviario. Una sorpresa per i pendolari locali, che riabbracciano il Resegone (la montagna di Lecco, che ha il profilo a forma di sega, con tanti picchi aguzzi, da cui il nome) dopo la settimana di lavoro o di studio trascorsa lontano, ma anche per tutti i visitatori occasionali.
Lecco Street Art View è nato da un’idea dell’Assessore Michele Tavola. Le due edizioni precedenti del 2011 e del 2012 hanno portato la street art nei luoghi della periferia cittadina, per riqualificare le zone soggette al degrado, come il percorso pedonale di via Ferriera e l’edificio dell’Informagiovani (Centro Civico di Germanedo). Lecco, come tante altre città italiane, aveva e ha ancora bisogno di un’operazione di questo tipo, volta ad abbellire e rendere maggiormente vivibili alcune aree. Quest’anno, l’arte è arrivata nel centro della città, andando ad interessare la ferrovia. Fin dall’inizio, l’evento, promosso dal Comune di Lecco – Assessorato alle Politiche Giovanili – Servizio Giovani e dall’Associazione Art Company di Milano, ha suscitato numerose polemiche, dividendo l’opinione pubblica e la politica. Molti ritengono che i writer siano vandali imbrattatori e non riconoscono il lavoro di ricerca che ha sostenuto le scelte curatoriali del progetto. Inoltre, temono che l’appoggio alla street art possa spingere tanti giovani alla semplice emulazione, con risultati poco brillanti.
A sottolineare il valore artistico della manifestazione, invece, è stato compiuto un passo in avanti nella scelta qualitativa degli artisti coinvolti, grazie alla figura di ROA, uno dei cinque writer più famosi al mondo, selezionato e invitato dalla curatrice Chiara Canali per l’eccezionalità del suo lavoro, ma anche per l’impegno etico e sociale che ha dimostrato in precedenti occasioni. Nato nel 1975, ROA lavora dapprima a Gand, nelle Fiandre Orientali. È influenzato dalla cultura hip-hop e dai graffiti. All’inizio utilizza la tecnica del lettering, per poi scegliere il suo stile e i suoi soggetti preferiti: gli animali, da sempre amati fin dall’infanzia. Ecco che sui capannoni abbandonati o i vecchi conventi compaiono immagini enormi di bestie dipinte con le bombolette spray in bianco e nero. ROA ama viaggiare e presto le sue figure gigantesche campeggiano in molte città del mondo. Troviamo una tartaruga a Torino, un pipistrello a Parigi, un coniglio  a Londra, una lepre addormentata sul bordo del Grand Canyon, vicino alla Monument Valley in Arizona, un uccello in Sud Africa, una lucciola in Vietnam.
L’idea è presentare gli animali tipici di un determinato territorio, anche quelli che ci sono ma non si vedono, perché stanno per lo più nascosti, per esempio  topi e altri roditori. I dettagli sono minuziosi e ricordano le tavole anatomiche di vecchi manuali di medicina o antiche incisioni.
Come già aveva fatto per la Brick Lane di Londra, a Lecco, ROA ha raffigurato un uccello in bianco e nero, simbolo di libertà e – secondo il writer – immagine della convivenza e dell’integrazione tra i popoli, grazie alla sua capacità di volare da un luogo all’altro. Si tratta di un merlo incatenato, che appare fortemente pittorico, mentre molti lavori precedenti erano più simili a disegni a matita. Le catene alludono alla limitazione della libertà. Infatti, nella manifestazione lecchese, si è deciso di valorizzare l’aspetto sociale, coinvolgendo le associazioni del territorio, che insieme all’Amministrazione Penitenziaria e al Dipartimento di Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia hanno selezionato dodici persone tra adulti e minori con vincoli giudiziari, permettendo loro di uscire dalla prigione e seguire un corso sulle tecniche pittoriche di base, dal writing allo stencil, diretto dall’artista romano Lucamaleonte, per poi dipingere insieme a lui un murale.
Il laboratorio si  è tenuto il 5 e il 6 settembre presso l’Informagiovani di via dell’Eremo. Il tema della terza edizione di Lecco Street View era appunto “arte e legalità”. Gli ultimi, i dimenticati nelle carceri hanno potuto esprimere la propria creatività su una parete centrale di grande visibilità. Per l’occasione, anche ROA, come già Lucamaleonte, ha instaurato un ottimo rapporto coi detenuti coinvolti, ha autografato la maglietta di uno di loro e ha regalato disegni e autografi, che sono stati donati anche ai bambini che assistevano alla creazione dell’opera. Il tutto in un bel clima di convivenza e scambio di esperienze.
Accanto al murale dello street artist belga, è stato completato anche quello creato dai partecipanti del laboratorio. Lucamaleonte è uno specialista dello stencil; utilizzando vernici e mascherine, crea varie combinazioni con più strati di colori. Ha esposto in numerose mostre anche all’estero  e già nel 2010 e nel 2011 ha tenuto un workshop presso il MART di Trento e Rovereto. Il murale lecchese rappresenta tre uccelli liberi: un merlo, un tordo e un colibrì, di grandi dimensioni e in bianco e nero. Significativo che Lucamaleonte abbia ripreso un soggetto trattato da ROA, sicuramente per essere in armonia con l’opera dell’artista belga, ma soprattutto per la validità della scelta iconografica. Lavorare con i detenuti comporta l’utilizzo di figure che possano essere facilmente accettate, senza creare turbamenti psicologici. Gli uccelli sono quindi diventati il simbolo della speranza in una vita migliore, sulle ali della libertà.

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