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Yo Lo Vi: la residenza di Andrea Mastrovito al PROA21 di Buenos Aires
Progetti e iniziative
Atterrato a Buenos Aires lo scorso 16 settembre, in occasione del progetto “ON AIR – Argentina- Italia Art Residency”, nato dalla collaborazione tra la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e la Fundación PROA di Buenos Aires come strumento di valorizzazione del potenziale artistico dei due Paesi, Andrea Mastrovito presenta “YO LO VI”, progetto espositivo che fonde video, disegno e assemblage.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/1b.jpeg)
Vincitore del premio Italian Council 2019, Mastrovito lavora stabilmente da circa un decennio a New York, dove sono stati presentati alcuni dei suoi progetti più interessanti, tra cui “NYsferatu – Symphony of a Century” (2017), al Queens Museum. È nella metropoli statunitense che l’artista bergamasco ha sperimentato le tecniche che oggi costituiscono il nucleo della sua ricerca – frottage, disegno, animazione, assemblage, performance – ed è lì che ha origine l’idea che ispira la mostra argentina, dove si ritrova l’esperienza del recupero di oggetti dalla strada. Sedie, comodini, cassettiere e televisori sono disposti lungo le pareti del PROA21, il nuovo spazio espositivo della Fundación Proa, inaugurato nel 2018, tra loro collegati dal filo conduttore dell’opera, il disegno.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/mastrovito-buenos-aires-2.jpg)
A simulare un’estesa discarica di rifiuti, l’universo iconografico di Mastrovito decora ante e sportelli con personaggi dalle teste deformate, spesso mascherate, che mostrano la volontà di tracciare una linea di congiunzione tra passato e presente. A tal proposito, l’artista, in un’intervista pubblicata sul sito della Fundación, dichiara: «Questa idea è rafforzata da un lato con figure di teste, che si ritrovano tra i mobili, a forma conica come simbolo di ignoranza, non viste in modo negativo ma in relazione al non sapere dove stiamo andando; e dall’altro con maschere e copricapi che rimandano alle origini. In qualche modo questa installazione si riferisce all’essere umano che si autodistrugge sempre, fin dall’inizio, muta e quindi si comporta come una perdita».
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/mastrovito-buenos-aires-3.jpg)
È nella riflessione sul tempo, sugli effetti del suo passaggio, che si ritrova il significato della mostra, un senso di malinconia che pervade le opere esposte e che si rende più evidente in quello che viene descritto come secondo atto dell’installazione, i circa 2mila frottage di oggetti di uso comune, di cui rimane solo lo scheletro, fossili della società contemporanea.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/mastrovito-buenos-aires-4.jpg)
Il titolo dell’installazione, Tristes Presentimientos de lo que ha de acontecer, fa riferimento alla prima tavola de I Disastri della Guerra di Francisco Goya, che Mastrovito ricorda come un grande maestro e fonte di ispirazione. «Il riferimento a I Disastri della Guerra allude al primo giornalista grafico della storia, Francisco Goya, che disegna ciò che vede. L’artista è colui che mette insieme i pezzi che trova, anche se in spazi diversi, in modo che abbiano un significato, un nuovo significato. Ed essenzialmente è quello che sto facendo con i mobili».
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/mastrovito-buenos-aires-5.jpg)
La volontà dell’artista di tracciare un percorso coerente è evidente, poi, nel concept della mostra, che accoglie il visitatore all’ingresso con l’opera su lavagna incisa Zero Casualties V ed è conclusa dal già citato lungometraggio animato NYsferatu – Symphony of a Century, opere che permettono al visitatore di comprendere appieno la poetica dell’artista.
![](https://www.exibart.com/repository/media/2022/11/mastrovito-buenos-aires-6.jpg)