San Giorgio
Insieme al bassorilievo sottostante, realizzato facendo ricorso alla tecnica dello stiacciato, la statua del San Giorgio della chiesa di Orsanmichele, a Firenze, rappresenta uno dei momenti più alti della produzione giovanile di Donatello. Il bassorilievo e la scultura sono stati trasferiti nel Museo del Bargello del capoluogo toscano in due diversi momenti, il primo nel 1982 ed il secondo nel 1984: si riteneva infatti che la costante esposizione agli agenti atmosferici alla quale i due marmi erano sottoposti restando nella collocazione originaria, nella nicchia esterna della chiesa dedicata all’Arte dei Corazzai, potesse essere causa di danni ulteriori al delicato materiale lapideo. La scultura di San Giorgio, realizzata da Donatello nel 1417, è una rappresentazione di grande stabilità e fermezza: la figura è ben piantata su gambe robuste, il petto ampio è mosso da una leggera torsione che ne accentua le dimensione e sottolinea l’importanza della sede del coraggio, il volto è fermo, fiero e contemporaneamente disteso e sereno, con uno sguardo che domina lo spazio circostante, al di fuori della nicchia. L’attento studio delle proporzioni e l’equilibrata disposizione degli arti del santo rivelano che negli anni in cui si dedicava alla realizzazione della statua Donatello già aveva studiato la statuaria antica, sulla scia degli approfondimenti apportati dal Brunelleschi.
Il restauro
Si è concluso, nel laboratorio di restauro del Museo nazionale del Bergello, a Firenze, l’intervento di pulizia della scultura di Donatello che raffigura San Giorgio. L’intervento, promosso dal Consiglio regionale in occasione della Festa della Toscana, ha portato alla rimozione di uno strato di sporco composto da tracce di cera, accumulatesi nel tempo, che avevano raccolto e trattenuto la polvere in incrostazioni grigiastre che avevano reso opaca la superficie della statua. La fase più delicata dell’intervento è stata la pulizia della predella su cui poggia il San Giorgio, nella quale gli effetti dello stiacciato donatelliano erano praticamente non più leggibili, a causa dello sporco. Dopo la fase di indagini preliminari, l’intervento è proseguito con la pulitura delle zone fortemente degradate dalla lunga esposizione all’esterno e dalle alterazioni dovute, in particolar modo, alle sostanze oleose penetrate nel marmo durante la realizzazione dei calchi ottocenteschi. Dal primo dicembre del 2001 la statua sarà nuovamente esposta al pubblico. Il restauro, iniziato nel mese di giugno di quest’anno, è stato diretto da Beatrice Paolozzi Strozzi, che ha da poco assunto la guida del Museo del Bargello, ed è stato affidato alla ditta Techne, i cui restauratori si sono tutti formati presso la scuola dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.
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[exibart]
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