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L’inaugurazione
E’ stata festeggiata il 23 maggio, alla presenza del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la riapertura del Teatro Malibran, un vero gioiello architettonico nel centro di Venezia, chiuso per lavori da quindici anni. Il teatro venne acquistato dal Comune nel ’92 e dopo il disastro che ha coinvolto nel 1996 il Teatro La Fenice – primo nel suo genere a Venezia – l’amministrazione locale ha deciso di accelerare l’intervento di restauro per poter riconsegnare ai veneziani un luogo degno dell’arte drammatica e dei suoi estimatori: grazie a tre anni di lavori e ad un finanziamento di quasi venti miliardi di lire la riapertura del teatro è diventata una realtà. Quando nacque, nel 1678, il Teatro Malibran si chiamava san Giovanni Grisostomo: in quel tempo a Venezia si contavano addirittura diciotto teatri e al Malibran si esibirono artisti di fama internazionale quali Scarlatti, Metastasio ed Händel. Grazie al restauro, il Teatro Malibran riacquista, dopo decenni di abbandono, tutto il suo prestigio: fino al 2003 dovrà sostituire La Fenice, teatro nel quale è ancora in corso l’intervento di restauro.
Il restauro
Il teatro Malibran venne inaugurato a Venezia durante i festeggiamenti del Carnevale del 1678 e solo nel 1792 il nuovo teatro La Fenice gli tolse il primato dell’opera lirica. I restauri sono stati realizzati ricorrendo a sistemi tecnologici che sono all’avanguardia: un sistema di paratie sarà utilizzato per proteggere il teatro dall’acqua alta, limitando i rischi connessi alla presenza di infiltrazioni e all’umidità, e un sofisticato sistema antincendio eviterà casi simili a quello della Fenice. Grazie al restauro il teatro ha nuovamente acquistato i suoi colori originali, con le sfumature dorate, marroni ed arancioni del soffitto decorato da Giuseppe Cherubini. Della struttura originale è stato recuperato anche il sipario storico, realizzato sempre dal Cherubini, mentre dopo quasi un secolo sono tornati visibili gli stucchi che decoravano i palchi, in precedenza nascosti da molti strati di vernici e ridipinture. Nel corso dei lavori di recupero dell’edificio non sono mancate sorprese: tra l’altro sono stati scoperti i resti di una casa e di un magazzino che sono stati indicati come proprietà della antica famiglia Polo, oltre a reperti archeologici di età romana.
A cura di
[exibart]