La nostra mente ha ancora troppe sovrastrutture per riuscire ad evidenziare connessioni e divergenze tra le arti. Così se ci si trova davanti ad una sfilata, seppur non di alta moda, l’idea di arte visiva sfugge di mano.
Ma andiamo per ordine. Abbiamo un artista, abbiamo uno spazio molto bello, il Complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia, ed abbiamo una curatrice, Valentina Ciarallo. Daniel Gonzalez, l’artista, argentino (1963), vive tra Berlino e New York, interessato al tema della celebrazione e a progetti pubblici, con in curriculum partecipazioni a Manifesta 7, al Musée d’Art Contemporaine de Bordeaux, al Witte de Withstraat festival di Rotterdam e presente nella Zabludowicz Collection di Londra, da molto tempo lavora alla Cut-Up Collection della capitale britannica (luogo bizzarro dove le creazioni di moda si realizzano e si trasformano quasi in tempo reale), interpretando la moda come idea.
Partendo da un concetto futile, come quello raccontato dalle modelle e dalle passerelle, l’artista rende tutto ciò che vediamo dietro al mondo della moda come una esperienza perfomativa. Ed è così che nasce Portrait Fashion Factory, a cura di Valentina Ciarallo, in cui l’artista due sere fa ha invitato i visitatori ad andare alla mostra con un abito ormai in disuso. Abiti vecchi, usati, ma dai quali facciamo fatica a staccarci a causa di motivi sentimentali, che ci riportano indietro con la memoria, che riecheggiano sensazioni andate.
L’artista dunque se ne è appropriato, e dopo avere ascoltato anche i gusti e le tendenze del partecipante, li ha stravolti per realizzarne altri, assortendo accessori, colori e tessuti in modo bizzarro ed unico. Un red carpet dunque colorato e folkloriscticamente assortito, capace di regalare divertimento anche a coloro che non hanno voluto, o potuto partecipare alla performance.
Sabrina Vedovotto
Daniel Gonzalez, Portrait Fashion Factory
Complesso Monumentale Santo Spirito in Sassia
Borgo S. Spirito, 2 – 00193 Roma