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C’è tempo fino al 7 gennaio 2018 per visitare Digitalife, la mostra del Romaeuropa Festival che da sette anni esplora il rapporto tra l’uomo e le nuove tecnologie, quest’anno al Palazzo delle Esposizioni. Il Romaeuropa Festival invece, ha salutato il pubblico della 32esima edizione sabato 2 dicembre con un incontro tra la teoria pratica della robotica e la sua messa in atto radicale: è così che il professor Massimo Bergamasco, Direttore dell’Istituto di Tecnologie della Comunicazione, dell’Informazione e della Percezione della Scuola Sant’Anna di Pisa e il performer Stelarc hanno messo sul piatto esperienze partite da mondi diversi, concettualmente e praticamente – Stelarc negli anni ha esplorato il suo corpo dall’interno con le telecamere, vi ha applicato ganci in sospensione per testarne l’attrito, attualmente ha un orecchio impiantato nell’avambraccio. Ciò che conta è la constatazione finale nel rapporto uomo-macchina: tutte le tecnologie che ora appaiono come un sostegno esterno al corpo (non sono gli stessi smartphone ormai un ausilio di questo tipo, se non altro alla capacità di memorizzare e archiviare i dati?), in un futuro non troppo prossimo saranno invisibili, poiché diventeranno un tutt’uno con la fisicità umana.
“Where are we now?”, il titolo della conferenza e tema della XXXII edizione del Festival, pertanto è il saluto e punto di partenza per nuovi settori di sperimentazione della Fondazione Romaeruopa che sta avviando il suo dipartimento di ricerca sul futuro, incentrato proprio sul rapporto uomo-macchina.
In questo dialogo s’inserisce anche “Cracking Danilo Rea”, un progetto ideato dall’artista Alex Braga. La sfida in questo caso è indirizzata alla capacità creativa: può un’intelligenza artificiale intercettare le mosse della pratica creativa che più di tutte è estranea alla predeterminazione come l’improvvisazione? I due perfomer si sono misurati con una intelligenza artificiale, progettata da Braga con il Dipartimento di Ingegneria dell’Università Roma Tre, alla quale è sttao affidato il compito di apprendere le modalità d’improvvisazione pianistica di Rea e prevedere le sue mosse musicali. Sempre le performance sono state al centro del Premio Eberhard ArtOn Time e che per la prima edizione ha visto vincitori Invernomuto con “Menelikke”, un lavoro dove il ricordo della conquista italiana dell’Etiopia ritorna nei in due ragazzi che rivivono le storie della propria terra in forme occidentali, quelle dei versi hip-hop.
Eleonora Minna