Il viaggio dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, luogo in cui si trova dal 1912, al Complesso del Vittoriano, sede della mostra “Klimt, Kokoschka, Schiele: dall’Art Nouveau all’Espressionismo”, (visitabile dal 6 ottobre al 3 febbraio) effettivamente, non è molto lungo. Eppure la grande tela su cui Klimt dipinse una delle sue rappresentazioni più note dell’intreccio sottile donna – vita – morte, rischiava di non esserci, di non far parte del primo grande allestimento italiano dedicato ai tre maestri della Vienna all’esordio del XX secolo.
Un’opera molto delicata, un trasporto problematico… così dalla GNAM sembrava trapelare un rifiuto quasi sicuro e il dubbio era stato espresso anche da Alessandro Nicosia (direttore generale di Comunicare Organizzando, società che organizza l’evento romano) nel corso della conferenza stampa che in luglio ha presentato in anteprima la mostra del Vittoriano. Una preoccupazione celata dietro parole di circostanza e il rinnovato invito a concedere il prestito.
Una settimana fa, il consenso. Nulla da fare, invece per “Salomè ” – l’altra opera di Klimt, di proprietà di un museo italiano – resterà a Venezia, dove è conservata dopo l’acquisto dello Stato alla Biennale del 1910.
Il quadro “Le tre età della donna ” era arrivato a Roma nel 1911; forse un’ennesima vanitas, o semplice visione di quel che è la vita, rappresentata nel riverbero del fondo, tra la decorazione, l’oro, le velature grigio bruno; esposto all’Esposizione Internazionale d’Arte vinse la medaglia d’oro, l’anno successivo venne acquistato dallo Stato Italiano ed entrò a far parte della collezione della GNAM.
Accanto a quest’opera sarà in mostra un inedito studio preparatorio (e i curatori assicurano che si tratta di una “chicca” strepitosa), mai esposto prima, che proviene da una collezione privata australiana. Questo disegno rende ora possibile il confronto: dal carboncino alla tela finita, con le superfici splendenti che serrano i corpi femminili ed uno sfondo dove tutto pare placarsi, dove solo la polvere bianco argento arriva a toccare un nero quasi insondabile.
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maria cristina bastante
[exibart]
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Mi piace la pittura di Gustav Klimt che ha un aspetto decorativo ed è caratterizzata da figure eleganti e da colori preziosi fra cui prevale l'oro, scoperto da Klimt nei mosaici bizantini di Ravenna e di Venezia.
Bellissimo " L'abbraccio " (1905-1909), il simbolo della felicità amorosa, le figure sono trasformate in decorazioni, solo le mani e i volti sono naturalistici.
Chi può non rimanere colpito da una tela di Klimt? Ciò che più è straordinario è il suo modo di rappresentare la donna.
Diversamente da altri pittori,tralasciando il lato erotico e sensuale, dipinge sempre una donna fragile raggomitolata in se stessa o tra le braccia di un uomo, quasi come la volesse proteggere...sembra che per lui la donna sia un essere ultraterreno.
Sarei andata a Vienna anche solo per ammirare i suoi capolavori; ma sono contenta di poterlo fare nella mia città.