Categorie: roma

Contemporanea contaminazione di sensi

di - 4 Aprile 2011

Allo spettatore pronto alla ricezione del messaggio artistico, basti entrare ad occhi chiusi nello spazio della galleria, al quale si accede per mezzo di una sobria tenda in seta blu.
Una delle sensazioni che ne può derivare è un energico odore di foresta, di quella rugiada frutto della prima luce del giorno. In realtà è solo frutto dell’immaginazione e della forza del concetto veicolato rasente ai muri della galleria. Proiettato sul muro destro della sala d’entrata, il video Who Are You? che, tradotto, letteralmente vuol dire: Chi sei/siete?  (l’opzione singolare/plurale insita nel significato della frase in lingua inglese è volutamente di duplice interpretazione). E’ immersa nella natura, l’opera di Giorgio Orbi che si prefigge lo scopo di investigare circa i confini tra realtà e illusione, che sia essa ottica o legata alla propria percezione intima. Ed è proprio sul tema della percezione che si basa il lavoro di Orbi, che qui rappresenta una foresta animata da fragorosi sibili, da cui salta fuori, di tanto in tanto, con andatura incalzante, un cane bianco. “Sebbene si abbia la percezione di essere di fronte ad un unico animale, si tratta in realtà di due singole bestie. ” – racconta l’artista stesso – “In questo percorso, inizialmente le luci erano stroboscopiche, per avvalorare l’idea di smarrimento, salvezza, natura ed esperienza”.

La natura è da intendersi in questo caso sia come elemento dell’ambiente sia con riferimento alla natura intima dello spettatore e di ciò che l’opera scaturisce in esso. Impostato su basi empiriche pertanto il lavoro è stato portato avanti da due camere distinte, ognuna delle quali si è occupata di ritrarre un animale; solo in un istante della proiezione i due cani si manifestano insieme e i due schermi diventano uno, azzerando il binomio appena scattato per trasformarlo in un’aderenza intima fino a provocare lo stordimento. “Si accompagna lo spettatore all’avvicinamento ai due cani fino a portarlo allo straniamento”. La natura diventa dunque un riflesso degli animali e dei loro movimenti, al pari di una sinfonia. E’ un concerto di colori l’opera Litanie di Andrea Anastasio, una tenda colorata composta di collane di vetro e reti metalliche che delimita, al pari di un corridoio, la parte della sala che conduce alla successiva, luogo in cui esplode l’opera principale presentata da Anastasio, una serie di fotografie denominata Via Lactea. Scattate di getto in un emporio di tessuti nel cuore pulsante di New York, le immagini rappresentano diversi campionari di stoffe, qui raffigurati in uno sfolgorio di colori sgargianti. La qualità della stampa, effettuata utilizzando fibre metalliche, restituisce la sensazione tattile che si ottiene quando si tastano le stoffe con mano. Questa invasività ottica trasporta il visitatore in una serie di interpretazioni possibili delle fotografie, che rappresentano presumibilmente allo stesso tempo richiami a donne velate e cortei di persone senza testa.

Sono stato sopraffatto dalla campionatura del negozio, dalle varietà infinite dei campionari, sebbene ognuno a sua volta unico, così come gli individui. Sono stato colpito dalla modalità brutale di adagiare le stoffe in questo mercato: le tirano fuori per mostrarle al potenziale acquirente e a quel punto diventano quasi delle persone. Quello che mi interessa nel lavoro che svolgo é mantenere alta l’ambiguità per permettere il maggior numero di chiavi di lettura possibile”.
Anastasio attinge per l’ideazione del proprio repertorio artistico ispirandosi alla tradizione pittorica tipica dei drappeggi del Pontorno; si scorge inoltre la tradizione orientalistica di pittura coloniale. Nelle campionature di tessuti alla stregua di teste tagliate si avvertono richiami di polittici e miniatura orientale. E’ evidente il lavoro sui segni della realtà al fine di trasformare il modo consueto di vedere le cose. Non a caso le foto sono state scattate nella città di New York, terra del meltin’pot, quella mistura di culture dall’identità generica definita ma assolutamente indefinibile se posta in termini d’individuo. La scultura site-specific di un termosifone (Cold Light 2011) è posta nell’angolo della sala con l’obiettivo di creare la stessa luce presente nell’emporio, amplificando il gioco di bipolarità.

eleonora galasso
mostra visitata il primo aprile 2011

Dal primo aprile al 31 maggio 2011

Andrea Anastasio – Giorgio Orbi

Galleria Alessandra Bonomo
Via del Gesù, 62 (zona Piazza Venezia) – 00186 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 14.30-19.30 o su appuntamento

Ingresso libero

Info: tel. +39 0669925858; fax +39 066797251; mail@bonomogallery.com; www.bonomogallery.com

[exibart]

Visualizza commenti

  • ciao, leggendo il vostro articolo mi viene proprio voglia di partecipare alla mostra..
    io abito a Firenze, quindi Roma non è neanche troppo lontana..
    io adoro l'arte e la cultura contemporanea però purtroppo qui a Firenze non ci sono molti spazi dedicati..l'unico centro è l'Ex3, lo conoscete? a me piace molto, ora per esempio c'è la mostra "Suspense-sculture sospese"..davvero interessante, sospensioni usate in senso artistico..

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