A Palazzo Venezia continuano, giustamente, a cavalcare l’onda lunga del Grande Giubileo. Dopo la mostra dedicata alle varie forme di pellegrinaggio negli anni del medioevo tra il 350 ed il 1350 ci troviamo di fronte una pseudo-monografica su un personaggio che artista non era: Bonifacio VIII. Probabilmente uno dei papi più celebri e discussi della cristianità. Benedetto Caetani, il nome reale del pontefice, fu in effetti un innovatore a tratti rivoluzionario: da lui prese avvio la consuetudine di rappresentare il papa di Roma a livello iconografico, fu lui, nei suoi nove anni di regno, a far produrre statue ed affreschi con la sua effigie, durante il suo pontificato furono coniate le prime monete recanti il profilo del papa. Insomma inizia da Bonifacio VIII la “personalizzazione” della figura del pontefice.
Ma per la verità la figura del Caetani non è celeberrima per questo motivo, le sue statue, seppur uscite dalla mano sublime di Arnolfo di Cambio, sono ben meno note della sua più grande invenzione: il Giubileo.
Nell’anno 1300, in pieno medioevo, a Roma iniziarono ad affluire miriadi di pellegrini in cerca di indulgenze. Qualcuno affermò che una folla del genere non si era mai vista, neppure nella capitale della cristianità. Il papa non fece altro, in realtà, che prendere atto della situazione e di volgerla a suo favore. Proclamò il primo Anno Santo con tanto di indulgenze (a pagamento). Ecco chi è Benedetto Caetani: il papa del primo giubileo, il papa che per manie di protagonismo a vantaggio di se stesso e della Chiesa di Roma creò una tradizione che si ripete tra (eccessivi?) fasti ogni 25 anni.
L’esposizione allestita negli immensi saloni di Palazzo Venezia tenta, riuscendoci solo in parte, di ricreare l’atmosfera di quegli anni. Con sottofondo di musiche medievali si ammirano soprattutto le opere di Arnolfo di Cambio, uno degli artisti che seppero coniugare la “nouvelle vague” del gotico europeo con la romanità e la classicità che permeavano l’Urbe. Moltissimi gli oggetti dell’epoca esposti: codici miniati, sigilli, moneti, statue, affreschi provenienti anche dai Musei Vaticani. Di sicuro interesse il plastico che ricostruisce la zona del Laterano – era lì che soggiornava il papa durante il medioevo, quando il Vaticano non esisteva ancora – negli anni del medioevo.
Se la mostra non riesce appieno a trasportarci in sacrali atmosfere trecentesche ci provano le numerose iniziative collaterali. Tutti i martedì alle 10.30 si svolge presso la sede espositiva uno spettacolo per bambini e ragazzi (ma non sono a scuola a quell’ora); i giovedì alle 18 per tutta la durata della mostra si svolgeranno spettacoli teatrali ispirati al mondo medievale; la domenica, infine, a mezzogiorno ci saranno spettacoli di musica medievale. Le manifestazioni, concepite come parte integrante dell’esposizione, sono gratuite.
massimiliano tonelli
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