Un appuntamento da non perdere per credenti e non, quello di quest’ultima come delle precedenti rassegne abruzzesi, che focalizza l’attenzione su una questione scottante: il difficile rapporto odierno tra Arte e Chiesa, tra la contemporaneità, la religione e il sacro. Una spaccatura apparentemente insanabile, che vede da un lato gli ecclesiastici, con il loro concetto di arte d’impronta tradizionale, “tematica” e figurativa, dall’altro gli artisti di oggi, restii all’imposizione di temi (di qualsiasi natura essi siano), che possano limitare individualità e libertà espressiva. Secondo il prof. Maurizio Calvesi, Direttore del Dipartimento di Storia dell’Arte all’Università “La Sapienza di Roma” e coordinatore della Rassegna, una possibilità di riconciliazione esiste e potrebbe essere foriera di una nuova stagione per l’arte contemporanea, quella della riscoperta della sua funzione sociale. Ma veniamo ai contenuti dell’anteprima romana e della mostra di Teramo. Sul tema de “la Porta”, intesa sia come elemento strutturale e architettonico, che come metafora interiore, l’anteprima del Museo del Risorgimento offre una sequenza di una ventina d’importanti realizzazioni: tra le altre, quella di Enzo Cucchi, inquietante collage intitolato “luce tra cielo e terra”; o le surreali tavole progettuali di Arnaldo Pomodoro per la porta del Duomo di Cefalù; ed ancora i plastici bozzetti per porte realizzati da Tito Amodei e da Paolo Borghi, fino all’onirica visione del Cristo-Porta nella tela di Ruggiero Savinio. La mostra romana è solo un gustoso assaggio del materiale esposto al Museo di Arte Sacra Contemporanea del Santuario di San Gabriele (uno dei santuari più conosciuti in Europa, dove arrivano ogni anno due milioni di pellegrini). La Biennale è qui organizzata dalla Fondazione Stauròs (la Onlus che ha come suo scopo principale quello di ricucire lo strappo tra il committente ecclesiastico e l’arte contemporanea), e patrocinata dal Ministero per i Beni Culturali, dalla Regione Abruzzo e dalla Provincia di Teramo. La sezione storica dell’esposizione documenta il concetto di Porta come elemento architettonico, attraverso i progetti, i disegni ed i bozzetti di importanti artisti del Novecento: le porte (mai realizzate) di Lucio Fontana per il Duomo di Milano, quelle di Manzù e Crocetti per S.Pietro in Vaticano; i lavori di Minguzzi, Messina, Greco, Scorzelli e di molti altri. La sezione Attualità comprende invece le opere di oltre settanta artisti contemporanei, italiani e stranieri, che hanno riletto il tema della Porta come metafora, come passaggio da morte a vita, da profano a sacro, ciascuno secondo la propria avventura stilistico-linguistica. Tra gli altri, Pedro Cano, Bruno Canova, Stefania Fabrizi, Giulio Paolini, Claudio Parmigiani, Gino Marotta, Teresa Iaria, Jan Knap, Igor Mitoraj e Marco Ivan Rupnik.
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