Sempre curatissimi ed accoglienti, gli ambienti della casa-museo di via del Corso (dove Goethe visse durante il suo soggiorno romano) offrono una nuova occasione di approfondimento dell’opera del poeta: sono in mostra quattro cartelle pubblicate dall’editore berlinese Paul Cassirer tra il 1924 ed il 1926, che contengono 49 poesie goethiane illustrate da 104 litografie a matita di Max Liebermann, Ernst Barlach, Hans Meid e Karl Walser. Si tratta una vera rarità, edita in 100 esemplari numerati, che costituisce l’ultimo, importante progetto di Cassirer prima del suo suicidio nel 1926. L’editore lasciò agli artisti ampia libertà nella scelta delle poesie, con l’unica condizione di non far comparire la stessa poesia più di una volta. Essi ebbero pertanto modo di confrontarsi con i temi sempre attuali della poesia di Goethe ciascuno secondo la propria sensibilità: ciò che rende preziosa la mostra è proprio l’eterogeneità dei loro contributi, che quasi sfugge all’univoca definizione d’Impressionismo. Max Liebermann, il più famoso degli Impressionisti tedeschi, è nuovo al genere illustrativo, ma la sua sensibilità è assai vicina al testo ed allo spirito del Poeta: il suo tratto sensuale e ricco di pathos si esprime in bozzetti appena accennati, che illustrano ballate sulla comunione amorosa tra gli esseri umani e la natura. Così, ne “Il pescatore”, sedotto da una creatura acquatica, le linee sinuose del disegno riescono a rendere perfettamente il verso goethiano “in parte lo trasse in parte lui volle cadere”. Barlach compie scelte diverse, più consone al suo animo inquieto ed al tratto scuro e deciso, illustrando alcune poesie sul tema del destino o d’argomento macabro. Come la “danza macabra”, illustrazione di gusto “gotico”, percorsa da una sottile ironia. Con Meid l’atmosfera dei disegni cambia di nuovo: si fa serena ed equilibrata ed esprime tutta la sapienza dell’artista, che fu uno dei più famosi illustratori del suo tempo.
I suoi personaggi senza volto, ridotti ad ombre di cappe e cappelli, lasciano libertà alla fantasia del lettore, comunicandogli un senso di profondo mistero. Infine Walser, altro celebre illustratore del primo Novecento, di certo il più moderno dei quattro protagonisti della mostra, ma forse meno vicino degli altri allo spirito dei testi goethiani. Caratterizzano i suoi schizzi una soave leggerezza ed una certa teatralità figurativa, molto adatte alla rappresentazione di poesie burlesche e popolari, meno ai famosi versi del Canto notturno del viandante. La mostra offre inoltre la possibilità d’indagare nel processo creativo dei singoli artisti, esponendo, accanto alle versioni definitive dei disegni, pubblicate con i testi, gli studi preparatori su carta giapponese. Il risultato è davvero avvincente. E pensare che Goethe, come ha ricordato il curatore della mostra Andreas Henning, in occasione della presentazione alla stampa, sosteneva che “Incisioni e poesia si fanno la parodia a vicenda”! Per il grande poeta infatti le parole sono già di per sé piene d’immagini e l’illustrazione rischia di frenare la fantasia del lettore. Henning ha tuttavia concluso che forse lo stesso Goethe avrebbe fatto un’eccezione per l’Impressionismo, che con le sue illustrazioni “imprecise” e indefinite stimola e non costringe la capacità immaginativa del lettore.
germana mudanò
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Cosa intendi per organizzazione tedesca? che significa? cioè mostre organizzate DA tedeschi o SU tedeschi?
Sono d'accordo la mostra è molto interessante, e poi l'organizzazione tedesca delle mostre è molto meglio di quella di tante mostre italiane. Voi che ne pensate?
Intendo mostre organizzate da tedschi: sono gentilissimi ed organizzatissimi, sia alla biglietteria che nelle sale della mostra. Inoltre le mostre alla Casa di Goethe (che è bellissima e curatissima come se non di più di tanti musei nostrani) hanno il vantaggio di costare poco (solo 5.000). parlo di organizzazione tedesca perchè la Casa di Goethe è una fondazione tedesca che opera qui.