Erigere una nuova Roma sulle macerie dell’antica città? Era il sogno di Nerone, e per realizzarlo, lui, non badò a spese.
Il progetto era “colossale”, l’area interessata occupava tutta la zona tra il Celio e il Palatino, boscaglie, giardini, spazi termali, laghi e quant’altro pur di vivere in una residenza “degna di un uomo”. Appassionato di edilizia, subito dopo l’incendio del 64, Nerone cominciò a pianificare una residenza secondo i più razionali criteri urbanistici. Volle anzitutto metterla in sicurezza con ampi porticati, usare mezzi appropriati per contrastare altri incendi e incentivò persino i lavori di costruzione stabilendo premi per chi consegnava entro la scadenza.
Nulla di più lontano da quello che succede oggi a Roma. I tempi sono lentissimi ma finalmente dopo 8 anni la Domus Aurea ha riaperto al pubblico. E nel week end è possibile, prenotandosi, passeggiare nei cunicoli del monumento più famoso e sconosciuto di Roma. Il percorso è puntellato da 15 tappe nelle aree di maggiore interesse dove non solo si possono ammirare gli affreschi e le volte decorate, ma pure interri e firme di artisti. La migliore opera architettonica realizzata da Celere e Severo, è stata una scoperta incredibile: non solo le sue decorazioni con conchiglie, soggetti ibridi e festoni floreali hanno ispirato lo stile delle grottesche a Roma da Pinturicchio a Raffaello a partire dal 1480, ma invaderanno spazi e palazzi di tutta Italia e oltre.
‹‹La Domus è il passaggio dall’antico al Rinascimento›› – afferma con forza la Filippi, direttrice del monumento, e adesso il cantiere si può visitare con tanto di caschetto in testa soprattutto perché è ancora un work in progress.
La sorpresa è che con gli ultimi interventi sono saltate fuori nuove stanze. Infatti adesso gli ambienti noti sono 153, di questi, l’ala occidentale non era mai stata aperta al pubblico. La volta affrescata della sala 23 è una scoperta dello scavo. Oltre all’autografo graffito di Pinturicchio nella sala 31 ci sono altri segni indelebili di artisti che nel Rinascimento restarono sbalorditi da tanta “audacia” oltre natura. In breve, graffitari d’altri tempi che incidono il loro nome. Ma non basta. In altri ambienti le scoperte non finiscono. Oltre alle tracce delle fiaccole usate nel settecento che hanno annerito alcune volte, sono presenti, e più di una volta, gli interri originali, cioè quei “vomitoria” di pietre che i pittori del 1500 avevano trovato calandosi nel 64 dopo Cristo.
Sorprendenti anche i buchi scavati per tuffarsi nelle “grotte” di Nerone. La casa dorata infatti era stata sotterrata dalle costruzioni più tarde delle terme di Traiano e per calarsi dovevano rompere e scendere giù. Una magia che nemmeno si può immaginare se lo stato dei lavori non avanza e se non si risolvono i problemi riscontrati. Le cause del degrado infatti sembra siano ascrivibili alla natura ipogea della struttura. Quindi per i 16 mila metri quadrati(pari a 3 campi da calcio) occorre sradicare alberi e radici. E per non perdere tutti gli affreschi(al momento c’è il 70% di distacchi d’intonaco) dopo aver consolidato tutte le murature eliminando calcare e umidità, si passerà all’operazione del reintegro degli affreschi, se il crowdfunding funziona. Si, perché quella che fu la magnifica residenza di 300 stanze decorate a stucchi affreschi e con marmi pregiati, recintata con tre giri di colonne, abbellita persino da un enorme lago artificiale, rinfrescata da splendidi boschi e giardini immensi…insomma la domus aurea di Nerone oggi cerca fondi!
Fedora Filippi, M.Rosaria Bandera e lo staff ce l’hanno messa tutta e finora hanno portato a termine gran parte del consolidamento del padiglione del colle Oppio, dove campeggiano le più belle rovine della Domus Aurea. Spesi già 18 milioni di euro. Ma non bastano. E per restaurare Nerone e le sue mirabilia, ce ne vorranno altri 31. E non è che l’inizio.
Anna de Fazio Siciliano
visitato il 30 ottobre 2014
Domus Aurea
Via della Domus Aurea 1
Visite nel week end
Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi. Gli articoli di Anna su Exibart.com