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Il Museo d’Arte Contemporanea di Roma ricorda Enrico Prampolini (Modena 1894- Roma 1956) a sessant’anni dalla morte, con una mostra ricca di materiale documentario proveniente dall’Archivio dell’artista custodito presso il Centro Ricerca e Documentazione Arti Visive del MACRO, completata da una raccolta di schizzi, disegni, bozzetti e figurini tratti dall’Archivio Storico e Audiovisuale della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma. Uomo d’ingegno molteplice – fu pittore, scultore, scenografo, incisore, fecondo pubblicista, organizzatore culturale attivissimo – Prampolini, diciottenne allievo di Duilio Cambellotti nella romana Accademia di Belle Arti- fu tra i tumultuosi protagonisti dell’avanguardia futurista; conobbe, nel 1916, Tristan Tzara che lo avvicinò al Dada e, qualche anno dopo, Van Doesburg che lo introdusse nella cerchia del Bauhaus; intrattenne fitti rapporti con l’ambiente culturale e artistico europeo come testimoniano gli scambi epistolari con gli stessi Tzara e Van Doesburg, con Gropius, con Mondrian, con Leger (per citare solo alcuni nomi); fu sempre intrigato dalla sperimentazione polimaterica che coltivò parallelamente ad un crescente interesse per la scenografia. Questi i tratti essenziali della sua biografia artistica.
Tra i documenti esposti, una collezione di disegni, annotazioni e appunti visivi raccolti nei tre taccuini realizzati a Capri e a Roma tra il 1946 e il 1948 che testimoniano, in particolare, l’interesse di Prampolini per la ricerca formale di Picasso che ebbe modo di conoscere a Roma nel 1917 e che fu suo ospite assieme a Cocteau nello studio di Via Tanaro 89.
A documentarne, invece, l’attività teatrale, una collezione di tempere che abbozzano i costumi e le scenografie di tre spettacoli rappresentati al Teatro dell’Opera di Roma : l’azione coreografica Il castello nel bosco (anno 1931) su soggetto di Arturo Rossato e musiche di Franco Casavola; il balletto La Tarantola su soggetto e coreografia di Aurel Millos e musiche di Giuseppe Piccioli (1942); Bolle di sapone (1953), composizione coreica con musiche ancora di Franco Casavola e coreografia di Guglielmo Morresi. Insomma, una piccola finestra spalancata sullo sterminato universo prampoliniano dove tutte le arti, mosse da segrete corrispondenze sinestetiche, si contaminano, si ibridano, si compenetrano; e dove si riflette l’Europa delle grandi avanguardie culturali: uno straordinario laboratorio di idee, senza barriere.
Luigi Capano
mostra visitata il 25 novembre
Dall’11 novembre 2016 al 15 gennaio 2017
Laboratorio Prampolini. Disegni schizzi bozzetti progetti e carte oltre il futurismo
MACRO, Museo d’Arte Contemporanea Roma
Via Nizza 138, Roma
Info: tel. 060608, www.museomacro.org