Alberto Di Fabio e Cristiano Pintaldi sono in mostra con due personali al Macro Testaccio: “Cosmicamente” e “Dalla materia alla luce”, curate da Laura Cherubini e Stella Santacatterina.
Chi sono Alberto Di Fabio e Cristiano Pintaldi? Due pittori nati l’uno nel 1966, l’altro nel 1970.
È sintomatico e positivo il fatto che l’unico museo comunale dedicato all’arte contemporanea a Roma mostri attenzione verso quello che succede in città e non c’è momento migliore. Eppure quando hanno iniziato forse erano considerati abili artigiani: era la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90. C’erano la scultura e l’installazione, c’era l’affacciarsi sempre meno timido dei fenomeni di arte “interattiva”, mentre in pittura il campo era dominato da correnti preponderanti come la Transavanguardia e la Scuola di San Lorenzo. Nonostante ciò, loro continuano testardi, con la tenacia che è propria degli artigiani.
Di Fabio nasce ad Avezzano da padre artista e madre insegnante di scienze e non è un caso che comincia a dipingere minerali e montagne, «un’elevazione del mondo terreno». Oggi questi elementi (e questa spiritualità), si ritrovano nella mostra al Macro: sulle grandi tele appaiono gli stessi profili montuosi, ma sono come eterei, svuotati di quella pesantezza fisica della materia. È il percorso di Di Fabio: passare dal micro al macrocosmo, mangiare acrilico e teorie quantistiche. Un esempio su tutti, l’installazione che si trova alla fine della Pelanda: pannelli di carta cinese (una serie iniziata nel ‘97), dove appaiono microorganismi, sinapsi, nebulose e altri elementi del suo linguaggio. Non solo: sulla carta sono dipinte poesie taoiste sullo scorrere del tempo. I fogli di carta respirano e l’osservatore che si trova al centro si sente avvolto da questa atmosfera.
Cristiano Pintaldi parte da un percorso opposto: non la quiete abruzzese, ma una dimestichezza precoce con l’uso commerciale delle immagini. La sua è una famiglia di pubblicitari che lo introducono contemporaneamente al modo in cui guardare e al modo in cui difendersi da un uso mass mediatico. Ed elabora subito una tecnica che non abbandona: la mascherina e i colori (verde, rosso e blu), sono quelli dei pixel televisivi. Così come ciò che racconta: la fantascienza, i videogiochi, i film di Kubrick, l’immagine di un Joseph Ratzinger appena eletto, ma anche i frame recenti dell’impero dei social network. Cristiano Pintaldi trasloca le immagini della Tv prima e dei dispositivi mobili oggi, nella tecnica “ferma” per eccellenza. Entrare nella sua mostra è come fare un balzo nei flash back di una cultura appena recente, una selezione di immagini che ognuno è libero di collegare ai suoi link di vissuto, ma che sono lì, e questo è dato.
Nel 2015 sono passati anni dai loro inizi e la considerazione della pittura è cambiata. Di certo non un fenomeno “di moda”, ma certamente una tecnica che sta riscontrando il rinnovato interesse di musei, galleristi e collezionisti. È il 2015 e loro ci sono.
Eleonora Minna
mostra visitata il 21 ottobre
Dal 3 ottobre 2015 al 10 gennaio 2016
Alberto Di Fabio – Cristiano Pintaldi
Macro Testaccio
Piazza O. Giustiniani 4, Roma
Orario: da martedì a domenica, ore 14.00-20.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)
Info: www.museomacro.org