Tre
immagini significative, quelle scelte da Marco Delogu (Roma, 1960) in sintonia con Stefania Miscetti,
che ospita la sua terza personale, come apertura di Soli neri. Simbolico passaggio tra periodi diversi, segnati
dall’antologica di Villa Medici (2008) e, nell’immediato presente, dalla prima
personale nordamericana alla Randall Scott Gallery di New York.
Due
di queste fotografie ritraggono cavalli, la terza una natura bianca. Immagini
accomunate dalla codificazione di “errori”: se in Uva rara (è la foto di copertina di Quattro studi di
cavalli) il quadrupede non è
perfettamente messo a fuoco, in Natura bianca #17 lo strappo della polaroid ha creato una sorta di
frammento di trama materica. Poi c’è Peppola con sole nero, lo scatto più recente – in controluce – in cui il
cavallo si volta all’improvviso e la traccia di luce, la “fiammata”, trova la
sua perfetta collocazione, in opposizione alla sfera nera del sole.
Non
è molto che Delogu – famoso per le serie di ritratti – ha incluso nel suo
repertorio anche la natura, che in precedenza aveva rappresentato, insieme ai
cavalli – “la mia passione e ossessione” -, una parte emotiva molto personale.
Illuminante
l’input del fotografo
David Farrell,
invitato a partecipare al progetto su Roma per FotoGrafia Festival 2008, di cui
Marco Delogu è l’ideatore e direttore artistico dal 2002:
“Lui mi diceva:
‘Guarda la natura e aspetta quello che ti restituisce’”.
Iniziata
nel corso del 2009, partendo dall’idea di “mettere un po’ di colore nelle
nature bianche”, questo nuovo
lavoro è orientato verso una maggiore libertà. Più volte, nell’alternarsi delle
stagioni, il fotografo è tornato a immergersi nel paesaggio di Valle Felciosa
(sentieri di cui si perdono le tracce, cespugli, fili d’erba bruciati dal sole,
luoghi assoluti): “Non c’è una coordinata geografica, potrebbe essere
Wyoming o Maremma”.
È
inverno quando, alla ricerca del colore, con la polaroid Hasselblad 6×6
fotografa un albero in controluce, scoprendo che per un problema chimico il
sole si tinge di nero. Affascinato dall’“errore”, Delogu continua questa sua
sperimentazione nei mesi estivi, durante la fase più alta del percorso solare,
quando entra in gioco anche la fiammata di luce, che va ad allinearsi al sole
nero.
A
posteriori si innescano una serie di cortocircuiti, riferimenti che vanno dalla
poesia (Gérard de Nerval e Marina Ivanovna Cvetaeva
)
alla psicoanalisi: “
Julia Kristeva, psicanalista bulgaro-parigina, attualmente
direttrice del Centro Roland Barthes, è autrice di ‘Sole nero. Depressione e
melanconia’. Anche se la psicoanalisi non è il mio campo, trovo interessante
questa riflessione sulla differenza tra depressione e malinconia, forse perché
penso di essere abbastanza malinconico: uno dei motivi per cui mi piacciono i
cavalli, animali paurosi e malinconici. Il sole nero”, prosegue Delogu,
“
è il sole della malinconia, perché mentre i
depressi vedono un grigio di base molto costante, i malinconici anelano alla
felicità, ma spesso sono raggiunti anche da un nero totale”.
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mostra
visitata il 15 marzo 2010
dal 16
marzo al 10 aprile 2010
Marco Delogu – Soli neri
Studio Stefania Miscetti
Via delle Mantellate, 14 (zona Trastevere) – 00165 Roma
Orario: da martedì a sabato ore 16-20 o su appuntamento
Ingresso libero
Testo critico di Francesco Zanot
Info: tel./fax +39 0668805880; mistef@iol.it
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