Il termine “Antropocene” indica un’età del mondo, teorizzata negli anni Ottanta, in cui l’uomo avrebbe iniziato con la sua tecnologia a influenzare l’evoluzione della terra e della natura. È proprio nell’ambito del “Das Anthropozän-Projekt”, promosso dalla Haus der Kulturen der Welt di Berlino, che nasce il lavoro di Adam Avikainen, “CSI:DNR” (CSI sta per Crime Scene Investigation, e DNR per Department of Natural Resources).
Il lavoro, già esposto a Berlino alla fine dello scorso anno, è stato riadattato dall’artista ai più modesti spazi della galleria romana, e si divide in due parti principali (che è piuttosto difficile considerare come appartenenti a un unico concept, nonostante le intenzioni).
In un ambiente sono state allestite alcune monumentali tele senza cornice, che paiono soffrire sia della altezza della sala, insufficente alla loro completa estensione, sia delle finestre che ne interrompono la continuità (rovinando forse l’effetto immersivo che avrebbero altrimenti). Eppure, l’effetto è ugualmente d’impatto: la superficie è trattata (anzi, maltrattata, viste le impronte e le tracce su di essa – la tela è stata lavorata all’aperto) con pigmenti ottenuti da essenze naturali, tra cui una soluzione di menta e miele, e il risultato è una pittura astratta, verde, vibrante e mutevole – che ricorda elementi naturali come il marmo verde o un qualche intrico vegetale – nello stile di altre opere dell’artista, come il mastodontico Ginger Glacier di qualche anno fa.
Nell’altra sala, oscurata per l’occasione, ci troviamo davanti una sorta di laboratorio – archivio: 333 immagini (l’artista sostiene che 333 sia il suo numero fortunato) tratte da fotografie, talora variamente manipolate, sono riprodotte su supporti trasparenti che ricordano delle lastre radiografiche o dei lucidi: immagini microscopiche di organismi, insetti, poliziotti, nuvole, porzioni di terreno, tele accartocciate all’aperto, compongono una sorta di storyboard immaginario, che suggerisce una narrazione sospesa tra ecologismo e indagine scientifica.
Solo tre di esse sono sospese davanti a lampade che ne fanno brillare i colori, mentre le altre si possono consultare separatamente, e il tutto effettivamente vorrebbe farci sentire un detective che esamina fotografie di indizi e scenari delittuosi, visto che Avikainen considera la natura come scena del crimine (e il colpevole? Sarà l’uomo, ça va sans dire!). Le immagini, poi, sono associate a altrettante dichiarazioni poetiche, inviate via e-mail a persone e enti, veri o immaginari, comunque improbabili, quasi a costruire una sorta di inchiesta raccolta in un piccolo volume.
Mario Finazzi
Dal 19 maggio al 10 luglio 2015
Adam Avikainen, CSI:DNR
Monitor
Via Sforza Cesarini, 43/44 – 00186 Roma
Orari: martedì – sabato 13.00-19.00
Info: www.monitoronline.org, monitor@monitoronline.org