L’anima è materia impalpabile, senza consistenza, lieve ed inafferrabile ai sensi. Andrea Pacioni ha dovuto trovare con cura il luogo e il modo migliore per farci avvicinare a lei. Nel sottosuolo di Santa Cecilia, tra gli angusti vicoli di Trastevere, otto pesanti teche in vetro e ferro, pudicamente, ci mostrano anime di adolescenti, uomini precoci.
Pacioni le sue anime le ha incontrate ai limiti della periferia romana, dove il disagio viene ascoltato e compreso. Dalla Città dei Ragazzi, esperimento solitario di affetto educativo, alla camera oscura, poi, dove il processo fotografico s’incontra con il lavoro dell’artista su quella materia che dovrà accogliere le immagini. I ritratti sono sguardi intensi, a volte di sfida, sotto capelli corti pieni di vita, che il taglio fatica a contenere. I corpi sono busti scossi dalla trasformazione veloce e traumatica dell’adolescenza: spesso nervosi, alcuni smagriti, ormonali nelle forme, a volte difesi e nascosti quasi nell’intreccio protettivo delle proprie braccia. Un grido muto ci viene incontro, quasi attraversando il vetro.
La fragilità di una condizione precaria è tutta racchiusa nella materia su cui Andrea Pacioni ha impresso le immagini. Un velo sottilissimo di emulsione fotografica, una replica efficace per il nostro immaginario di questa presenza interiore. La leggerissima superficie è stropicciata, le trazioni laterali la lacerano, sulle pieghe i
In fine sul fondo della sala, dietro uno dei vetri, sul giovane volto impercettibile un abbozzo di sorriso, o forse più realisticamente un cenno, una richiesta di complicità. Per riemergere sulla superficie, a noi, è sufficiente la lunga scalinata sotto le volte in pietra viva.
patrizio patriarca
mostra visitata l’11 novembre 2006
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come vorrei riuscire a vederla!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
;o)
La mostra è stata prorogata al 22 dicembre 2006