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fino al 13.II.2011 CoBrA e l’Italia Roma, Gnam
roma
A dispetto della sua breve durata, è l’epifania dell’audacia espressiva nell’arte. Come il serpente di cui è l’acronimo, CoBrA è il simbolo di una impalpabile minaccia. Sempre pronto a contorcersi e a cambiar pelle...
Parigi nel 1948 e si dissolve già nel 1951 il movimento che ha trasformato
l’arte del XX secolo. Poi, come il serpente evocato dal nome, CoBrA sembra
dileguarsi nelle tenebre di una tana da cui era uscito a vedere la luce tre
sole volte, con le esposizioni di Bruxelles e Amsterdam nel ‘49 e Liegi nel
‘51. Ma le sue idee continuano a covare nelle nuove correnti culturali di
mezz’Europa, iniettando ovunque il suo veleno allergizzante all’ordine
precostituito e ai “vecchi surrealisti rivoluzionari”.
Diffuso nel
continente in conformità a quello spirito internazionale che aveva
nell’acronimo stesso il suo proclama (CO-penhagen, BR-uxelles, A-msterdam),
CoBrA si intreccia presto all’esperienza italiana del Movimento Nucleare
formatosi a Milano intorno a Enrico Baj.
Al centro
della mostra è proprio questo collegamento, che avviene attraverso una sincera
amicizia, un “amore letterario” tra Asger Jorn, figura di riferimento di
CoBrA, e il medesimo Baj. Un’empatia che porterà nel ‘54 entrambi ad Albisola,
per dar vita a una ricerca che influenzerà profondamente il corso dell’arte del
Novecento.
Jorn muove
alla volta della cittadina ligure seguendo il consiglio di Baj, che lo invita a
sostenersi economicamente con la produzione di oggetti in ceramica, tipici
della tradizione locale. Ha da poco fondato il movimento M.I.B.I. e avverte che
ad Albisola potrebbe cogliere l’occasione di dare una tangibile prova
sperimentale delle sue idee, basate sulla centralità dell’atto di immaginare. Dunque, la plasticità della creta gli
consentirebbe di liberare l’essenza della sua arte dalla superficie piana del
quadro.
Per effetto
di questa intuizione e di una complessa alchimia di circostanze, il laboratorio
di Jorn presso la fabbrica di terrecotte di Tullio d’Albisola si trasforma in un crogiolo da cui sgorga un
fluido creativo senza precedenti nella storia della ceramica contemporanea.
Presto lo raggiungono altri artisti che avevano fatto parte di CoBrA: Karel Appel e Corneille, coinvolti nel primo Incontro
Internazionale della Ceramica, Maurice
Wyckaert, Serge Vandercam, Sebastian Matta, Sergio Dangelo (fondatore assieme a Baj dei Nucleari). In poche
settimane vengono realizzate oltre 150 crete, nelle quali si condensa l’audace
estemporaneità di cui quest’esposizione è testimonianza. Accanto, dunque, alle
sezioni pittoriche, focalizzate sull’esperienza italiana di Vandercam e
Wyckaert e sul rilancio di CoBrA da parte di Dotremont dopo il ’54, la mostra presenta proprio i lavori di
Albisola.
Un’intera
sala è riservata a una spettacolare composizione di quelle ceramiche. Lì
pittura e scultura si combinano alla perfezione, come si sono combinate nella
storia le coincidenze che le hanno rese irripetibili. Il gruppo di artisti
poté, infatti, contare sullo stesso Tullio d’Albisola, che mise a disposizione
tutta la sua esperienza tecnica e organizzativa nella realizzazione e
documentazione dei lavori. E non meno significativa fu la circostanza che il
nucleo delle opere rimase a lungo di un’unica proprietà, tale da mantenersi
quale unicum e da consegnarsi a
questa mostra nell’integrità di una fragrante testimonianza.
L’ultimo Cobra, morto in Francia Corneille
mostra visitata il 1° dicembre 2010
dal 3
novembre 2010 al 13 febbraio 2011
CoBrA e
l’Italia
a cura di
Denis Laoureux e Matilde Amaturo
GNAM – Galleria
Nazionale d’Arte Moderna
Viale delle Belle Arti, 131 (zona Parioli) – 00196 Roma
Orario: da martedì a domenica ore 8.30-19.30 (la biglietteria chiude alle ore
18.45)
Ingresso: intero € 10; ridotto € 8
Catalogo Electa
Info: tel. +39
0632298221; fax +39 063221579; gnam@arti.beniculturali.it;
www.gnam.beniculturali.it
[exibart]