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Arrivano dalla collezione Magnani Rocca di Parma le opere in mostra alla GAM. I pezzi scelti giocano su accostamenti semantici e formali che hanno tematiche affini all’arte degli anni ‘20 fino alla rivolta di Burri. Il percorso ha inizio con la metafisica di Giorgio De Chirico, L’enigma della partenza, un olio su tela del 1914, di proprietà della Fondazione Magnani Rocca, che nella sua formale costruzione geometricamente composta trova rimandi più avanti anche con Leoncillo e Morandi.
Si passa poi ad “affinità” più o meno ritrovate con la Scuola Romana e il Gruppo Uno, così come non mancano attinenze più precise tra Burri e le opere della collezione permanente: la scultura di Ettore Colla per esempio Ritratto-busto di giovinetta (1926-27) è splendidamente venuta fuori dai rifiuti di bronzo. Al secondo piano l’olio Velocità di Movimento di Benedetta Cappa (moglie di Marinetti) si accosta alle opere di Severini. E poi ancora la Bambina sulla sedia di Manzù, de Pisis, Marini e Alberto Savinio (fratello di Giorgio de Chirico) a quest’ultimo si affianca un’opera di Leoncillo, Vaso con fiori e vassoio con frutta, in terracotta invetriata.
La collezione messa in piedi da Luigi Magnani è il frutto di una spropositata passione che condivideva insieme alla musica e si esprime con serrati dialoghi tra artisti e movimenti che trovano dall’inizio alla fine, anche al terzo piano con Turcato e Scialoja, felici contraltari scultorei o figurativi e astratti.
La mostra condita da una serie di appuntamenti anche a cura di Lorenzo Canova, ha riacceso i riflettori soprattutto su Burri in occasione del 25°anniversario dalla sua morte. Infatti, tra le decine di celebrazioni, Roma ricorda uno dei più grandi artisti che ha scardinato le regole della tradizione imprimendo all’arte un corso totalmente diverso al precedente. Alla GAM il Sacco del 1954 è uno dei segni della sua rivoluzionaria operazione artistica. E non poteva che trovare riscontri anche a livello cromatico con Scipione (il rosso), strutturali con le fratture interne delle sculture di Leoncillo, o come sutura con il gesto di Marisa Merz (adesso al Macro), e per andare al di fuori dei confini italiani, alle colature imperfette di Pollock.
Burri quindi coagula intorno a sé le percettibili conseguenze del contesto storico, l’anno zero, della Guerra che rade al suolo intere città e frantuma le speranze di intere generazioni di artisti, generando paradossalmente uno sviluppo vivace alla loro drammatica creatività.
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 10 febbraio
Dal 17 dicembre 2015 al 13 marzo 2016
Affinità Elettive. Da de Chirico a Burri
Galleria d’Arte Moderna di Roma
via Francesco Crispi, 24
Orari: da martedì a domenica ore 10.00-18.30