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Fino al 13.IX.2015 | Nakis Panayotidis, Guardando l’invisibile | Macro, Roma

di - 24 Giugno 2015
Nakis Panayotidis si aggira nella project room 2# del Macro tra decadenza magica industriale e sottile denuncia politica ma senza rinunciare all’uso dei materiali più umili.
Fino al 13 settembre, a cura di Bruno Corà, “Guardando l’invisibile” è un’esposizione di opere realizzate negli ultimi dieci anni dell’attività dell’artista greco.
Nato ad Atene (classe 1947) ha un lungo percorso artistico che inizia con il teatro e la scenografia, ma che segna il passo quando si iscrive al Politecnico di Torino dove grazie all’incontro con Mario Merz e l’arte povera della Galleria Stein nascerà la sua vocazione artistica.
L’avventura torinese incide profondamente nell’arte di Nakis che insieme al rigetto per i supporti e le tecniche tradizionali possiede un elemento in più. La Grecia, terra di vento, mare, miti; che oggi però è luogo di forti contraddizioni in continua lotta per la sopravvivenza.
Se infatti per l’istallazione Ladro di luce si ispira al mito di Prometeo, e il furto del fuoco, Nakis della sua cultura d’origine ne raccoglie anche i pezzi di degrado industriale e sceglie scorci di luoghi o capannoni abbandonati sulle sponde del Peloponneso per farne da semplici fotografie, pittura.
Rende visibile l’invisibile, appunto. Remote città greche e reperti di archeologia industriale sono immortalati nella sua inquadratura. Si punta a ciò che non sempre è facile vedere oltre ai templi antichi: le rovine moderne, il deteriorarsi delle architetture e i luoghi-spazzatura del paesaggio greco.

Inoltre della sua terra non lascia a casa neppure i poeti. È Kavafis infatti a dare il titolo alla sua opera Ricordati corpo fatta di una camicia bianca che abita una sedia illuminata a neon. Sempre una camicia sta a prendere luce da una finestra dall’opera Every day is one dreaming day.
L’allestimento minimal è più che azzeccato per le poche opere che però sono dense di significato. Note anche le sue lampadine colorate a neon, come quella color sabbia dell’Africa non in mostra ma evocata nel video di 35’ Are you thinging for me?. Tema ricorrente oltre all’uso del neon e al bisogno di libertà, è il senso dell’evanescenza e del vapore come quello, molto particolare, che resta intrappolato nella valigia Nasconditi arte.
Mare, vapore, luce, valigie, reperti e vetri rotti.
Infrangere il vetro per Nakis non è un atto violento ma il desiderio di dare una forma pittoresca al più fragile dei materiali, e sta come a rimarcare l’insostenibile transitorietà delle cose dove anche i limiti temporali e spaziali sono sospesi. Anzitutto negli scatti del mare, come in Con lo sguardo del nomade dove la linea bianca dell’orizzonte comprime la linea di fuga prospettica in cui lo spazio è suddiviso ma anche nell’opera Kabul (su carta catramata) in cui l’artista ribaltando le lettere greche delle parole “battaglia” e “fama”, senza perdere senso, le trasforma nel nome della città afghana che forse più di altre rappresenta il luogo della transitorietà della vita e della perdita della libertà.

Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 23 aprile
Dal 23 aprile al 13 settembre 2015
Nakis Panayotidis, Guardando l’invisibile
MACRO
via Nizza 138, Roma
Orari: martedì – domenica ore 10.30-19.30 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Info: 060608, www.museomacro.org

Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi  nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi.   Gli articoli di Anna su Exibart.com

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