«Avventura & mistero». Questo il titolo di un dipinto carico di suspense realizzato nel 1966 dal pittore romano Sergio Ceccotti. La scena è divisa in riquadri, come un fumetto, e il ritmo incalzante delle immagini ricorda il trailer di un film. Vediamo in sequenza: un’auto dai fari accesi che fendono la notte; una mano che impugna una pistola; il volto spettrale di una donna; la sagoma nera di un uomo nel vano di una porta. Cosa accadrà? L’opera di Ceccotti è una miccia che innesca il racconto. Impossibile guardare i suoi quadri senza cedere alla tentazione di immaginare una storia. E in questo senso la sua pittura, originale e raffinatissima, risulta imparentata col romanzo.
L’occasione di ripercorre sessant’anni di attività di questo maestro dell’«insolito quotidiano», per riprendere la felice definizione coniata per lui dal poeta e scrittore surrealista Philippe Soupault, è ora offerta da una magnifica mostra, intitolata «Sergio Ceccotti. Il romanzo della pittura 1958 > 2018», allestita a Roma fino al 14 ottobre 2018 nello Spazio Fontana del Palazzo delle Esposizioni.
Curata in modo impeccabile da Cesare Biasini Selvaggi, l’esposizione presenta, ordinati cronologicamente, una quarantina di dipinti scelti tra i più rappresentativi dell’intero percorso artistico del pittore, considerato un precursore della figurazione italiana contemporanea, erede della pittura metafisica e delle atmosfere del realismo magico.
Sergio Ceccotti, Hiver à Montmartre
Nato a Roma nel 1935, Ceccotti lavora tra Roma e Parigi. La sua prima formazione artistica è da autodidatta, poi, poco più che ventenne, studia presso la Sommerakademie di Salisburgo, dove è allievo di Slavi Soucek e Oskar Kokoschka. Negli stessi anni segue i corsi di disegno dell’Accademia di Francia a Roma. Nel 1960, appena venticinquenne, tiene la sua prima personale presso la romana Galleria l’Albatro, riscuotendo un immediato successo di critica. Le opere esposte in quella occasione rivelano suggestioni da Ben Shahn, Braque e Juan Gris, dalle quali si affranca rapidamente.
La mostra attuale muove proprio da questi primi saggi pittorici della fine degli anni Cinquanta, per passare alle opere degli anni Sessanta, nelle quali riecheggia la Nuova Oggettività tedesca e la Pop Art, per proseguire quindi con i lavori dei decenni successivi. Ma fin dagli anni Sessanta l’arte di Ceccotti approda a una forma di realismo molto personale nella capacità di assorbire e filtrare spunti visivi tratti dalla storia dell’arte (la pittura surrealista, Hopper), dal cinema (Hitchcock), dal fumetto (Diabolik), dalla fotografia, dalla pubblicità e perfino dai rebus disegnati da Maria Ghezzi per la Settimana Enigmistica. Anzi sono proprio i rebus a esercitare su Ceccotti un fascino particolare, dovuto agli accostamenti di oggetti incongrui che tuttavia, osserva l’artista, «sono tranquillamente assorbiti dalla scena generale». In fondo è anche ciò che avviene nei suoi dipinti, caratterizzati da atmosfere sinistramente tranquille o serenamente inquietanti.
Così, da questa complessa cultura visiva, scaturisce quella vocazione narrativa, sospesa tra i generi del noir e del melò (e non priva di humour), che rende unici e inconfondibili i suoi enigmatici dipinti.
In occasione della mostra è stato realizzato dagli studenti della Rome University of Fine Arts (RUFA) un suggestivo filmato ispirato alle atmosfere delle opere di Sergio Ceccotti dal titolo «Cercando il Signor S.». Accompagna l’esposizione un bel catalogo (Carlo Cambi Editore) con un approfondito saggio del curatore e una ricca antologia di testi critici.
Flavia Matitti
mostra visitata il 10 settembre
Dall’11 settembre al 14 ottobre 2018
Sergio Ceccotti. Il romanzo della pittura 1958-
Palazzo delle Esposizioni, via Milano 13 – 00184 Roma
Orari domenica, martedì, mercoledì e giovedì: dalle 10.00 alle 20.00; venerdì e sabato: dalle 10.00 alle 22.30;
Info:www.palazzoesposizioni.it