Con una certa difficoltà si rintraccia chi è sopraggiunto
prima, se gli scritti o i lavori degli artisti. Perché alcune opere sembrano
rendere tridimensionale il racconto, altre invece fanno da quinta scenografica,
altre ancora sono una sorta di completamento alle immagini evocate dallo
scrittore. Narratori che s’interrogano sull’identità (razziale, individuale o
nazionale), sull’appartenenza, sullo sfruttamento sessuale, sul male di vivere.
Anche per questa seconda edizione, lo spunto
dell’iniziativa è la festività del Natale, una ricorrenza odiata e amata allo
stesso momento, per tutto quello che racchiude in sé. Ricalcando, quindi, la
stessa idea, negli spazi della Casa delle Letterature sono stati affiancati
artisti e scrittori che, per l’occasione, hanno presentato nuovi lavori.
Il video
Nell’intimità di
Andrej Mussa, che a stento si nota
all’ingresso, immediatamente annuncia l’aspetto più “religioso” della festa,
con una commistione tra sacro e profano. Una chiesa occupata da parte di 400
poveri e senzatetto, denunciati dagli stessi parrocchiani perché viene impedito
il regolare svolgimento delle Messe. Ma ci sono anche le immagini rubate durante
le preghiere di fedeli accompagnate da una certa ritualità fatta di candele, il
rosari, posture.
Come giganti custodi, gli angeli di
Stern,
Lex e
Lucamaleonte sembrano richiamare lo spazio
circostante, perché appaiono come una riproduzione su grande scala di quelli
presenti sul ponte di Castel Sant’Angelo. Nel loro intervento site specific (
Senza
titolo), frutto
anche della loro attività di street artist, enormi stencil occupano per intero
le grandi finestre del cortile del’ex Oratorio dei Filippini, dando così
un’originale veduta dei corridoi.
Quest’aspetto più “sacro” viene immediatamente ribaltato
dall’opera “profana” del provocatorio
Gianni Dessì. Un amplesso amoroso è riprodotto
dalla grande scultura monocroma giallo, collocata sul bordo della fontana al
centro del cortile e realizzata con fibra di agave (
Senza titolo). Invece, una dimensione più
domestica è ricreata dall’installazione
Anche quest’anno di
Luana Perilli. Novanta barattoli di differenti
forme e grandezze, diversamente riempiti con farine varie e collocati su cinque
grandi mensole, danno forma, sul ripiano centrale, alla scritta “
no-n
asp-ett-ate-mi pe-r ce-na”.
L’aspetto intimo e familiare è rafforzato dal lavoro di
Donatella
Spaziani.
Dicembre 2009 è una carta da parati porpora e oro che
fodera gli imbotti delle finestre e delle porte della sala, sulla quale
l’artista è intervenuta in seguito, realizzando con colore acrilico alcune
figurine nere che, come folletti, animano le forme stilizzate del rivestimento.