Uno spazio dal carattere industriale e aperto alle contaminazioni artistiche: stiamo parlando di Contemporary Cluster, la nuova avventura (chi lo avrebbe mai detto) del gallerista Giacomo Guidi, che dopo varie vicissitudini a novembre ha aperto al pubblico il suo nuovo spazio all’Aventino, nel quartiere di San Saba.
Ma procediamo con ordine. Perché Contemporary Cluster? In inglese la parola “cluster” indica generalmente un gruppo di elementi affini tra loro: in biologia abbiamo i cluster genici, in chimica composti caratterizzati da diversi legami, usato in musica determina un gruppo di note adiacenti e in astronomia indica ammassi stellari. In poche parole pur riferendosi a diversi ambiti e ad avvenimenti specifici, questo termine sottolinea che dalla composizione e dalla posizione di vicinanza di singole unità simili tra loro, può nascere qualcosa di nuovo.
Ed è proprio il concetto di novità a cui sembra che abbia puntato Guidi che,
dopo polemiche,
avventure e disavventure, non ha rinunciato neanche questa volta alla sua personalissima idea di
contemporaneità.
non ha rinunciato neanche questa volta alla sua personalissima idea di contemporaneità.
Un ambiente di lavoro comune, dove l’arte visiva viene presentata nelle sue varie declinazioni esclusivamente attraverso lavori materiali: non solo architettura design e musica, ma anche gioielleria, moda, artigianato e perfino veicoli come macchine e motociclette. Uno spazio la cui missione è anche quella di andare al di là della nozione normale di galleria, dove professionisti di diversi settori come quelli sopra elencati, collaborano di volta in volta con un guest artist, realizzando prodotti di vario genere.
Lo spazio (che comprende anche un bookshop e un negozio di vinili) ospiterà esposizioni temporanee come traduzioni tangibili di questa proposta esclusiva, creando un percorso che parta dalla comprensione del lavoro dell’artista, passi per la sua rielaborazione attraverso la collaborazione con specialisti di diversi campi, e arrivi alla creazione di oggetti del tutto nuovi.
Per il suo debutto, Contemporary Cluster ha scelto Alessandro Cannistrà, romano, classe 1975, che con il suo progetto ha sviluppato l’uso di diversi linguaggi che caratterizzano da sempre la sua ricerca, partendo da un’indagine sulla natura e sul rapporto dell’uomo con essa. Cannistrà delinea attraverso il fumo, la luce e il suono, paesaggi non riconoscibili ma familiari, visioni interiori che si trasformano in ricordi nitidi e che ci conducono in un processo immersivo ricco di sfumature e suggestioni. Ovviamente secondo il concept dello spazio, oltre le opere citate sono presenti anche una serie di nuovi lavori, nati dall’interazione dell’artista con professionisti di diverse discipline. Ma facciamo qualche nome: Colli Indipendent art gallery, una piattaforma editoriale dedicata all’arte contemporanea ha creato un manifesto d’artista, Altarboy (Attilio Tucci e Sergio Picciaredda) ha prodotto una traccia musicale e Paolo Mangano, orafo e docente presso lo IED una serie di gioielli, tutti ispirandosi al lavoro di Cannistrà. E come se non bastasse, l’Ottodrom, il cafè racer romano nato con l’intento di trasformare veicoli in veri pezzi da collezione, ha dato all’artista la possibilità di personalizzare alcuni dettagli di una motocicletta. Il risultato? Non opere, ma testimonianze materiali di un processo creativo che si è sviluppato attraverso il dialogo tra diverse categorie. Quindi Giacomo Guidi è di nuovo in pista.
Nicoletta Graziano
Mostra visitata il 10 gennaio 2017
Dal 12 novembre 2016 al 15 gennaio 2017
Contemporary Cluster #01 feat. Alessandro Cannistrà
CONTEMPORARY CLUSTER
Via Luigi Robecchi Brichetti, 12 Roma
Info:
info@contemporarycluster.com
www.contemporarycluster.com