Era bianca, la facciata del Palazzo del Quirinale o almeno lo fu all’epoca di Sisto V(1585 – 90): un intonaco chiaro, volutamente lasciato scabro fingeva una copertura di pietra, simulava quelle lastre di travertino, che erano memoria di un passato lontano, di un’età classica vagheggiata fatta di edifici monumentali, di cui si voleva essere eredi, ma con poca spesa.
Noi lo rivedremo così: tornerà bianco il prospetto che oggi è nascosto dai ponteggi per le operazioni di pulitura e restauro. La conclusione dei lavori è prevista per il maggio 2002, intanto è già nota la soluzione che sarà attuata e, fino al 15 febbraio, una piccola mostra (ma è solo un assaggio, un allestimento più esaustivo sarà ospitato a palazzo Poli, in primavera) allestita all’interno del Palazzo, nelle Sale delle Bandiere, racconta la vicenda curiosa e forse non del tutto nota dell’assetto della facciata e dei suoi colori.
Una storia che si legge sui pannelli esplicativi e che si vede, grazie ad una selezione di opere che comprende incisioni, foto d’epoca, dipinti. Si inizia con il nucleo della Palazzina progettata da Ottavio Mascarino, per Gregorio XIII: è il 1585, quattro anni dopo –intanto è diventato Papa Sisto V – Domenico e Giovanni Fontana partiranno da lì, per ‘innestare’ sul corpo preesistente il primo tratto di facciata. Sarà completata tra il 1614 – 1617 da Carlo Maderno, durante il pontificato di Paolo V, poi, nel corso del Seicento si aggiungeranno la Manica Lunga su Via del Quirinale, il torrione di difesa, i giardini, la Loggia delle Benedizioni, su disegno di Gianlorenzo Bernini.
E, nel corso del tempo, cambierà anche il colore: all’intonaco bianco che copre i mattoni – ricordato dall’architetto e matematico Furttenbach nella frase citata in apertura – si sostituisce un colore celestino, che smaterializza la costruzione, la rende leggera obbedendo al gusto capriccioso dell’ultimo Seicento, al paradosso di un edificio che ha il color dell’aria.
Questo inedito Quirinale (nel corso del restauro non sono state rinvenute tracce materiali di tinteggiature celesti) lo ha dipinto Gaspar van Wittel, in una tempera su tela del 1683 (La Piazza di Monte Cavallo): cornici delle finestre, marcapiani, nervature sono ancora bianchi, mentre il resto della facciata sembra un riflesso chiarissimo del cielo.
Durerà poco: già nel 1732 il prospetto è tornato color travertino, resta algido sotto il governo napoleonico, poi, nei decenni successivi, i documenti riportano la dicitura mezzatinta; nel 1847 Ippolito Caffidipinge una veduta della piazza: il Palazzo del Quirinale è beige, appare quasi dorato su uno sfondo terso, luminoso; poco a poco questa tonalità si scurisce, nei primi anni del Novecento è color mattone.
Nel maggio 2001 l’inizio del cantiere per il restauro della facciata, i rilievi, gli studi, la formulazione delle ipotesi e la decisione: color travertino, come fosse di pietra.
maria cristina bastante
Appuntamento questa sera, 28 luglio, con “be here now”, l’esposizione dei tre lavori inediti che l’artista olandese herman de vries…
La galleria Pinksummer porta l’arte fuori dalle sue mura espositive per fondersi con la città presentando una collettiva estiva dal…
Manna Rain: le nuove piogge astratte e cinematografiche di Rita Ackermann in dialogo con l’eredità di Cy Twombly, per la…
La maison italiana fondata nel 1974 fa il suo ingresso nel gruppo d’aste Millon, ma mantiene forte la sua identità
Other Identity è la rubrica dedicata al racconto delle nuove identità visive e culturali e della loro rappresentazione nel terzo…
WineWise: parte la open call per artisti emergenti promossa da Art Days Napoli Campania. In palio la produzione di un'opera…
Visualizza commenti
wow