E’ una visione luminosa e colorata, erede delle lezione degli Impressionisti, dei Fauve e della contemporanea Ecole de Paris, quella di alcuni artisti attivi a Torino tra le due guerre: una risposta tanto più brillante, in quanto si staglia dal grigiore della politica fascista.
Giocano un ruolo fondamentale in questo panorama artistico torinese, in particolare, le figure di un artista, Felice Casorati, di uno storico dell’arte, Lionello Venturi, e di un critico, Edoardo Persico, guidate da un eccezionale portavoce, Piero Gobetti, esponente della sinistra liberale progressista.
Sono trentadue i dipinti, quasi tutti ad olio, esposti nella Sala Dossier, provenienti esclusivamente dai depositi della GNAM e acquistati, per la maggior parte, in
Il percorso espositivo è suddiviso in quattro aree tematiche: natura morta, figura/ritratto, paesaggio en plein air e nudo. Un iter che inizia nei primissimi anni ’20, a ridosso dell’Esposizione Nazionale della Promotrice del 1919 per concludersi nel periodo prebellico. Tutto gira intorno alla figura di Felice Casorati, la cui austerità atemporale, insieme alla semplicità di pose e all’uso di una luce tersa furono d’esempio ai suoi allievi -conosciuti anche come gli allievi della “Scuola di Via Galliari 33”- Sergio Bonfantini, Albino Galvano, Daphne Maugham (dal 1931 sposa del maestro), Nella Marchesini, le cui opere sono presenti in mostra. Significativa anche la presenza del Gruppo dei Sei con Carlo Levi, Gigi Chessa, Francesco Menzio, Enrico Paolucci, Nicola Galante, unica assente Jessie Boswell. Ospiti d’eccezione alcuni artisti di altra provenienza geografica, ma attivi in quel periodo nel capoluogo piemontese, come Luigi Spazzapan, Domenico Valinotti, Giulio da Milano, Italo Cremona.
Particolarmente interessante la sezione sulla natura morta, espressione della formula filoventuriana del “ritorno all’impressionismo”. Cézanne e, attraverso la sua
Di matrice espressionista è, invece, la Natura morta (natura morta con fiori appassiti), dipinta a tempera su cartone da Luigi Spazzapan nel 1934-35 (acquistata alla VII Sindacale Fascista, Torino 1935). Quanto, infine, alla Natura morta di Felice Casorati, dipinta ad olio nel 1943, si nota un’evoluzione del suo linguaggio formale, improntato sul classicismo, a favore di una maggiore scioltezza cromatica. Questa tela, acquistata alla IV Quadriennale di Roma nel 1943, fu inclusa nell’Esposizione di Arte Contemporanea – curata da Palma Bucarelli nel 1944-45 – il cui catalogo è esposto in una teca, insieme ad altre pubblicazioni dell’epoca provenienti dalla Biblioteca della Gnam.
manuela de leonardis
mostra visitata il 17 dicembre 2004
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