Jernej Forbici, Maddalena Mauri
e Nicolas Pallavicini, attraverso la potenza espressiva dell’astrattismo,
utilizzano il colore, che come materia si organizza in paesaggio, e lo sguardo
per organizzare la natura in paesaggio, in un gioco di rimandi in cui a volte è
il paesaggio che rivela la natura intrinseca della pittura e in altri è la
pittura a rivelare la natura del paesaggio.
Baudelaire diceva: “Davanti al paesaggio gli occhi dell’anima
colgono ciò che gli occhi non possono cogliere“. La natura diventa
paesaggio solo quando l’uomo si rivolge a essa senza uno scopo pratico; nasce,
dunque, da una contemplazione sentimentale della natura. Allora il poeta, il
pittore, l’artista in generale è capace, grazie al sentimento, di estrapolare
quella particolarità, dalla totalità della natura, che forma il paesaggio. La
pittura colma la distanza tra il mondo e la sua rappresentazione, esplode sulla
superficie e reinventa la realtà.
I quadri di Jernej Forbici (Maribor, 1980; vive a Vicenza, Berlino e Ptuj) raccontano
di idilli e paesaggi perduti, della bellezza del mondo e del fallimento umano.
Sono, le sue opere, visioni terribilmente belle ma che al contempo opprimono e
con le quali l’artista lancia il suo grido di allarme sul mondo. L’orizzonte è
posizionato in alto, in modo tale che Forbici possa riempire quasi tutta
l’altezza del dipinto con un paesaggio di cultura. Dolcemente si estende
davanti agli occhi una pianura slovena descritta meticolosamente.
Maddalena Mauri (Roma, 1962; vive a
Viterbo) rappresenta la relazione che ha con la sua visione del passaggio, di
cui fa circolare il suo presente e il suo immaginario, quasi come certi poeti
dell’Ottocento che guardarono popolarsi, attraverso i loro occhi, un intero
paesaggio e successivamente lo videro svanire. L’artista riunisce e sfida i
materiali che avvolgono e stratificano il segno. Il suo obiettivo finale è
misurarsi con lo spazio.
Infine, Nicolas Pallavicini (nato
nel 1976 a Buenos Aires, Argentina) è un pittore vero, uno dei pochi
contemporanei a credere seriamente e con grande responsabilità alla forma-quadro.
Il colore nelle sue tele è materia che si compone nello spazio, dato con
sapienza e con una pratica continua e costante.
Occuparsi di un tema così
controverso e spesso relegato solo alla pittura di maniera è una sfida che Pallavicini,
e con lui Mauri e Forbici, affronta e rilancia nel migliore dei modi.
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mostra visitata il 17 gennaio 2011
dal 16 dicembre 2010 al 15 febbraio 2011
Il paesaggio dipinto
a cura di Antonio Arévalo
VM21artecontemporanea
Via della Vetrina, 21 (zona piazza Navona) – 00186 Roma
Orario: da lunedì a venerdì ore 11-19; sabato ore 16.30-19.30
Ingresso libero
Info: tel./fax +39 0668891365; info@vm21contemporanea.com;
www.vm21contemporanea.com
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