Roma è senza alcun dubbio una città dove passato e presente si mescolano continuamente creando a volte la disorientante sensazione di poter camminare lungo la linea del tempo in qualsiasi direzione. E da questo punto di vista un luogo affascinate e sorprendente sono le Case romane del Celio, il complesso archeologico composto da oltre 20 ambienti ipogei su vari livelli, in parte affrescati con pitture databili tra il III secolo d.C. e l’età medievale, che fino al 15 febbraio ospiterà la mostra, di Giancarlo Neri, “Latinorum”.
All’ingresso un piccolo televisore color oro come una scatola magica accoglie il visitatore e anticipa il ritrovamento di preziosi tesori disseminati negli angoli più significativi del complesso: una serie di oggetti e sculture di medie e piccole dimensioni dipinti d’oro, tutti provenienti dal mondo contemporaneo, permettono di riscoprire il sito e di reinterpretare gli spazi attraverso una nuova luce.
Giancarlo Neri riannoda la linea del tempo, e riporta gli spazi delle Case del Celio ad una dimensione di vita quotidiana persa nei secoli. L’artista sfrutta la teatralità dello spazio, rendendo ogni angolo il palcoscenico di una messa in scena che evoca suggestioni e innesca un corto circuito per cui ‘reperti’ moderni divengono testimonianza di un tempo non del tutto definito, sospeso tra antichità e presente. È proprio grazie alla presenza di oggetti della vita quotidiana, infatti, che gli spazi tornano a vivere come se l’antica funzione abitativa fosse stata ripristinata.
Neri mescola insieme, in modo consapevole e misurato, l’aspetto ludico e l’ironia, dando vita a diverse opere particolarmente significative, tra le quali: l’installazione del telefono che sembra raccontare il tempo interminabile dell’attesa, quel qualcosa che si sta ancora aspettando e forse non arriverà mai. Le piccole sedie disposte su un pavimento di mosaico originale – che ricordano installazione Vincere la sorte (2010) installata da Neri sul Cretto di Burri a Gibellina – offrono una doppia visione: il passaggio dalla grande alla piccola dimensione rende lo spettatore un sorta di gigantesco Gulliver al quale non è possibile immergersi nell’istallazione, al tempo stesso però le piccole sedie accostate al pavimento ricoperto di tesserine sembrano divenire il gioco di un bambino lasciato in disordine o la miniatura di un palcoscenico senza attori. Infine, i palloni appoggiati su diversi altari divengono oggetti altri, sfere che si confondono con lo spazio e contemporaneamente incarnano la metafora della società attuale, mescolando insieme sacro e profano.
Giancarlo Neri ancora una volta riesce attraverso semplici oggetti a svelare un nuovo punto di vista, il suo approccio essenziale e poetico permette di viaggiare nel tempo, abbattendo le barriere temporali e mostrando come nonostante lo scorrere dei secoli l’uomo nella sua quotidianità resti simile a se stesso.
Pia Lauro
mostra visitata il 20 gennaio
Dal 29 novembre 2014 al 16 febbraio 2015
Giancarlo Neri, Latinorum
Case Romane del Celio l Clivo di Scauro, Roma
orari: giov – lun 10.00 / 13.00 – 15.00 / 18.00
chiuso martedì e mercoledì
Info: takeawaygallery@gmail.com