È ancora una volta provocatoria la scenografa Francesca Montinaro.
L’Azione? La sua mostra da Erica Fiorentini a via Margutta, fino al 15 marzo.
“Veil of freedom” è parte di un “modulo continuo” che mette in scena con una video installazione suore, donne islamiche e spose.
Le donne, reali, occupano una sedia vuota che diventa spettacolo, sono attrici per un giorno.
Cosa mettono in scena? Loro stesse.
Continua dunque la riflessione di Francesca sull’identità femminile e il quadro che ne viene fuori non è sempre del tutto incoraggiante.
Le più sciocche sono le spose, hanno un forte senso di comunità invece le suore, mentre le più impertinenti sono le donne islamiche. Non l’avreste mai detto vero?
Soprattutto le più giovani tra le islamiche espongono la loro verità. Come?
L’azione parte da lontano: le protagoniste sono scelte con audizioni pubbliche (spesso aderiscono di loro iniziativa, ma alcune hanno dovuto chiedere il permesso) scelgono una frase, un messaggio da ‘pubblicare’ e lo disegnano sulle mani, si mettono in posa e “si spogliano del loro velo”, qualunque esso sia. Le loro movenze finiscono sulla lastra dell’installazione video in movimento continuo.
La realtà viene allo scoperto.
L’artista romana, quindi non smette e fa scelte coraggiose, perché tutta l’installazione è un film muto, come mute sono spesso le donne.
Chi parla è la mano o gli occhi o gli oggetti che hanno scelto di portare con sé..la barbie in certi casi, un volto coperto in altri, o frasi-messaggio come “Amor proprio” (le islamiche più giovani) o ancora “Porta pazienza” (le più vecchie).
Volete sentire come stanno oggi in Italia le donne? Questa mostra potrebbe raccontarvelo.
Stavolta la Circe omerica è Francesca, e il fascino emanato è nell’azione stessa che adotta un’espressione estetica “seduttivamente rivelatrice”.
Anna de Fazio Siciliano
Mostra visitata il 30 gennaio
Dal 30 gennaio al 15 marzo 2015
Francesca Montinaro, Veil of freedom
EricaRavennaFiorentini Arte Contemporanea
Via Margutta, 17, Roma
Orari: da martedì a venerdì dalle 10 alle 19 (sabato su appuntamento)
Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi. Gli articoli di Anna su Exibart.com