E’ ancora una volta la mente umana, con le sue dinamiche complesse e mai sufficientemente svelate, il fulcro della ricerca di Bianco-Valente (Giovanna Bianco e Pino Valente; vivono a Napoli). Un concetto di mente che non s’identifica mai con il solo cervello, ma che si estende fino a comprendere pensiero ed emozione, memoria e attitudine, metamorfosi ed evoluzione.
In occasione della prima personale capitolina, il duo napoletano ha ricostruito quella che loro stessi definiscono una “mappa mentale”. Con un video e una serie di piccoli lavori a parete (Mind Traces, laser su plexiglass), tratteggiano una cartografia in cui ricordi e pensieri si interconnettono dando vita ad una griglia luminosa in continuo mutamento.
Relational Domain, realizzato a partire da disegni tratteggiati al computer, trae ispirazione dalle rotte aeronautiche, sia nell’andamento sempre leggermente arcuato delle traiettorie, sia nell’uso dei curiosi nomi di cinque lettere che ne identificano le intersezioni. Le scie luminose, strade immaginarie che solcano i cieli, sono però allo stesso tempo collegamenti neuronali e costellazioni della memoria. Il blu intenso, protagonista indiscusso della mostra, fa da sfondo evocativo ad una riflessione dal piglio scientifico sul funzionamento dell’intelligenza, sia essa umana o artificiale. Il titolo della mostra (Adaptive) fa infatti riferimento ad un’espressione, adaptive behaviour, usata da biologi e ricercatori per definire la tendenza di un organismo ad utilizzare i ricordi delle esperienze pregresse per migliorare il proprio rapporto con l’ambiente circostante. Questo tipo di comportamento, che è il risultato di un’interazione continua tra il sistema nervoso, il corpo e il contesto, è centrato sull’uso strumentale del ricordo a fini evolutivi.
La complessità di queste relazioni, insieme all’intreccio chiasmico di corpo e mente, si configura come una fonte di ispirazione costante per Bianco-Valente, impegnati da anni nella ricerca di un equilibrio tra visione emozionale e passione intellettuale, oltre che in una stimolante riflessione sul rapporto tra natura, scienza ed artificio tecnologico. Se in Volatile (2002), avevano trasformato dei pixel in un armonioso stormo di uccelli, e in Machine is Dreaming (2002) generato con un computer il riflusso delle onde del mare, con Relational Domain rappresentano una rete neuronale incantevole come un firmamento stellato.
articoli correlati
Unità minima di senso, in mostra a Napoli
Time based, alla Galleria Artiaco
Personale di Bianco Valente a Torino
Intervista a Bianco-Valente
link correlati
Sito di Bianco-Valente
valentina tanni
mostra visitata il 25 febbraio 2005
Torna la rubrica che presenta romanzi e saggi, ultime pubblicazioni e grandi classici. Non solo arte e storie di artisti,…
Dal 11 ottobre 2025 al 15 febbraio 2026, il Pirelli HangarBicocca di Milano ospita una retrospettiva dedicata alla pratica filmica…
Le candidature per partecipare alla fiera sono aperte fino al 5 settembre. A un mese dalla deadline, The Others lancia…
Figura poliedrica, con una visione che lascerà sicuramente un’impronta indelebile, Alexander Kanevsky si è spento all’età di 65 anni dopo…
Storico e critico d’arte israeliano, aveva guidato il museo pratese dal 1988 al 1992 e curato mostre a livello internazionale,…
Fino al 7 settembre, la Kunsthaus di Zurigo ospita la mostra della sorella minore del celebre inventore del Dadaismo. Ottanta…