“I am not from here, I am not from there”, canta il ragazzo del video, mentre trascina un carretto di tubi luminosi in una città livida, a volte ostile a volte indifferente. Canta, cammina e vive di stenti, succhiando benzina dal serbatoio di una macchina, sperando di raggiungere un’improbabile felicità. Non ha età, non ha futuro. L’autore della malinconica opera è Ivàn Navarro (Santiago del Cile, 1972), artista non nuovo alla videoarte (ricordiamo Homeless Lamp, The Juice Sucker, del 2005). Antonio Arévalo, uno dei curatori della mostra, riscontra una somiglianza con l’opera di Juan Downey, (1940-1993), artista cileno pioniere nella sperimentazione sul mezzo video. Altri lo paragonano, per l’uso di materiali industriali e luci al neon, a Dan Flavin (1933-1996), artista di origini irlandesi protagonista del minimalismo americano. In realtà Navarro fa un uso tutto suo del video e delle luci, superando sia il minimalismo che il puro formalismo. Conoscitore del dramma dell’emarginazione e del distacco culturale (da Santiago si è trasferito a New York), attribuisce alle sue sculture e ai suoi video un significato molto complesso, che va aldilà della pura apparenza. Le altre due opere esposte nella sala sono The yellow stepladder (2005), una scala composta da luci al neon giallo-arancio, e Floorhole (2005), un buco nel pavimento illuminato da tubi di colore bianco clinico, profondo solo in apparenza grazie all’uso dello specchio. La scala dal colore caldo porta alla gloria? Il buco dal colore freddo porta all’annullamento? E se immaginiamo il tutto come parte di un unico cammino il ragazzo del video scalerà o sprofonderà giù?
Oltre la forma vanno anche Los Carpinteros, il duo cubano composto da Marco Castello (Cuba, 1971) e Dagoberto Rodriguez (Cuba, 1969). Otto gli acquarelli esposti, tutti giocati sulle sovrapposizioni di senso: Cama-Bed è un’autostrada a forma di letto, mentre in Formación en V una serie di biciclette si schierano in formazione da guerra. Pool-Pool, sfruttando il gioco di parole (pool in inglese vuol dire specchio d’acqua ma anche biliardo) costruisce una piscina con le sembianze di un biliardo; in Coco Solo le infradito in gomma con incisa sulla pianta la mappa dell’Havana, evocano la problematica dell’emigrazione, dei confini e del conflitto con l’America, così vicina e così distante. Infine, una scultura in legno chiaro, Granada de Mano (2004): una bomba a mano gigante (realtà dei tempi moderni) rappresentata con cassetti aperti vuoti e liberi. A chi tocca sistemarli?
margherita antinori
mostra visitata il 22 luglio 2006
Dodici artisti uniti per la seconda edizione di Artists 4 Refugees, mostra evento a Roma che sostiene le attività di…
Ultimi giorni per visitare lo spazio AKNEYE Phygital di Venezia, che propone opere di 31 artisti internazionali, per un viaggio…
Un novembre ricco di eventi da segnare in calendario per la casa d’aste milanese. Ecco i pezzi forti della stagione,…
Una festa di apertura, mostre speciali, focus e workshop, un premio, tutto dedicato al disegno, linguaggio universale: ecco il programma…
Negli spazi dello Studio Trisorio di Napoli, Jenny Holzer espone documenti censurati trasformati in opere d’arte, riflettendo sulla libertà di…
Venduta per oltre $ 6 milioni a New York, Comedian di Maurizio Cattelan entra nella collezione di Justin Sun, che…
Visualizza commenti
Due mostre di intelligente e profonda sintesi.
Un dialogo risolto tra opere di estetica moralmente elevata.
Bravi gli artisti per i lavori.
Bravi i curatori per la pulizia progettuale.
Bravi i galleristi per la proposta e il modo di gestirla.
Ma che vuoi lavorare da Uno su Nove....????