Un nuovo spazio espositivo nella capitale, voluto da Antonello Lupo e Stefano Monami; ibrido per la sua natura di sede sia espositiva che di rappresentanza delle Cantine Lupo, formato da quattro differenti stanze che ospitano il percorso della doppia personale di CCH (Livorno, 1973) e di Ivano Troisi (Salerno, 1984).
E’ la polisemia del segno, quasi del tutto emancipato dalla figura, ad accordare la convivenza delle opere di questi due autori, che sembrano mettere in scena la derridiana “in-potenza” del [di]segno, intesa sia come potenziale in divenire che come impossibilità di emergere in maniera mimetica e descrittiva.
E’ la polisemia del segno, quasi del tutto emancipato dalla figura, ad accordare la convivenza delle opere di questi due autori, che sembrano mettere in scena la derridiana “in-potenza” del [di]segno, intesa sia come potenziale in divenire che come impossibilità di emergere in maniera mimetica e descrittiva.
Una topografia straniante quella di CCH, frutto di una ricerca engagé, fatta di tracciati di senso e di segno che, attraverso linee marcate e sintetiche, velature e microscritture, delineano percorsi di viaggio (Il viaggio di Goethe in Italia) e geografie socio-politiche (Israel Terror Activities); documentando, e dunque interpretando, in un nuovo orizzonte significante, circostanze e accadimenti che invitano alla riflessione colui che osserva, senza mai cadere nell’estetizzazione della politica o nella politicizzazione dell’arte.
Se nella ricerca di CCH ciò che precede la realizzazione dell’opera è lo studio e la documentazione del “fatto”, in quella di Troisi, a prendere il sopravvento, è la ricerca delle materie prime ai fini della realizzazione dei supporti che si fanno essi stessi opera. Le sue carte, sulle quali interviene in modo sottile e simbolico, sono il frutto di un lungo processo di realizzazione artigianale, un operare silenzioso e riflessivo, che lo porta a guardare e ad attingere al mondo vegetale, sia come principio materico che concettuale, come nella site-specific Impressione. Politica e letteratura, natura e alchimia: queste le suggestioni che hanno ispirato gli autori, coinvolti anche in un’opera a quattro mani: In Situ.
Se nella ricerca di CCH ciò che precede la realizzazione dell’opera è lo studio e la documentazione del “fatto”, in quella di Troisi, a prendere il sopravvento, è la ricerca delle materie prime ai fini della realizzazione dei supporti che si fanno essi stessi opera. Le sue carte, sulle quali interviene in modo sottile e simbolico, sono il frutto di un lungo processo di realizzazione artigianale, un operare silenzioso e riflessivo, che lo porta a guardare e ad attingere al mondo vegetale, sia come principio materico che concettuale, come nella site-specific Impressione. Politica e letteratura, natura e alchimia: queste le suggestioni che hanno ispirato gli autori, coinvolti anche in un’opera a quattro mani: In Situ.
valentina piccinni
mostra visitata l’11 aprile 2012
dal 15 marzo 2012 al 15 maggio 2012
CCH e Ivano Troisi – Vertigine [di]segno
a cura di Gino Pisapia
Lu Mi Project
Via di Montoro 8 (00186) Roma
Orari: visitabile su appuntamento
Info: +39 331 22 64 176 – info@lumiproject.com
CCH e Ivano Troisi – Vertigine [di]segno
a cura di Gino Pisapia
Lu Mi Project
Via di Montoro 8 (00186) Roma
Orari: visitabile su appuntamento
Info: +39 331 22 64 176 – info@lumiproject.com
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