Veneto e Toscana, madri di tanti artisti, sono le terre protagoniste di questa mostra promossa dal Gruppo Banca Popolare di Vicenza, che presenta opere realizzate tra Cinquecento e Ottocento, capaci di offrire un panorama esaustivo della vitalità artistica italiana.
Straordinario per intensità e semplicità di linguaggio, pur nella aristocratica bellezza del soggetto, il
San Francesco in orazione (1599) di
Jacopo Chimenti da Empoli, accanto a
Filippo Lippi con
La vendetta della regina Tomiri, che mostra i personaggi come disposti in una drammatica scena teatrale. O, ancora, il piccolo quadro della
Madonna con Bambino e San Giovannino (post-1557) di
Jacopo Bassano, in cui l’evidente fervore religioso non intacca l’eleganza formale della tela, e la
Testa di vecchio (1757-1759), in cui lo spessore psicologico, unito alla precisione dei dettagli del volto, sono la prova del valore di
Tiepolo.
L’emozione poi diventa enorme quando s’incontra
Caravaggio: la sua
Coronazione di spine (1602-1603), con la struttura dinamica della luce, con le espressioni di sofferenza realmente sentita e l’anatomia scolpita col pennello, con l’umanità vibrante che balza fuori dalla tela, colpisce gli occhi di chi osserva.
Nella sala detta del Tesoro, oltre a Caravaggio sono esposti altri capolavori, come la
Madonna col Bambino, immobile mentre in adorazione stringe il bimbo al seno, in quei colori tenui e sfumati, che vanno dal rosa all’avorio al blu della veste, di
Filippo Lippi; o come il
Crocifisso di
Giovanni Bellini, in cui il volto scarno e il corpo sofferente del Cristo appaiono sublimati in una serenità emblematica.
Procedendo nel cammino verso il Futurismo, dopo le sculture neoclassiche di
Antonio Canova e
Lorenzo Bartolini, tra le quali di quest’ultimo spicca per intensità il busto marmoreo
La fiducia in Dio (1840), si arriva alla piccola rappresentanza di opere realizzate nei primi del Novecento:
Al molo di San Marco di
Alessandro Zezzos,
Scena di vendemmia di
Ardengo Soffici,
Palermo Via libertà di
Aurelio Catti, tutte emblema di una nuova ricerca espressiva nella composizione dell’immagine pittorica.
Mostra interessante ed eterogenea, nella bella cornice di Palazzo Ruspoli. Onore al merito, dunque, ai promotori dell’iniziativa, ma peccato per l’illuminazione (delle tele più che dei busti scolpiti) che penalizza la resa scenica delle opere, nascondendo al visitatore parte di quel piacere che la visione artistica può dare.