La serie grafica dei Caprichos è l’esito della rielaborazione di un taccuino, il taccuino di Madrid, realizzato dall’artista spagnolo tra il 1795 e il 1796.
I Capricci , realizzati tra il 1796 e il 1798 e venduti in un volume unico nel 1799, svolgono i medesimi temi, dotandoli di accezioni nuove, originali. Le rappresentazioni delle figure assumono espressioni caricaturali, il volto diventa maschera. Le scene raffigurate rivelano una stretta aderenza ai testi letterari, soprattutto teatrali: Moliere, Moratin, Jovellanos. E’ frequente il riferimento alla letteratura occultistica e al mondo onirico .
Le acqueforti e le acquetinte, corredate dai titoli e da commenti autografi, costituiscono un corpus unitario, un vero e proprio romanzo che indaga la società del suo tempo. Leggendo i commenti si ricostruisce un ritratto totalmente negativo di un’epoca. Goya si erge al di sopra delle parti e critica e condanna senza appello i vizi degli uomini: l’avidità, l’ignoranza, la superstizione, la stupidità.
Anche in questa raccolta riconosciamo la mano dell’artista, abile e veloce, la tecnica sapientemente piegata ai propri scopi narrativi, la verve impietosa e moralista.
Stilisticamente è impossibile non riconoscere le lezioni di
Gli esemplari esposti alla Galleria Il Narciso sono la V edizione stampata dalla Real Accademia di Madrid tra il 1881 e il 1886. Le lastre dei Capricci furono donate nel 1803 alla Reale Calcografia che ancora oggi le conserva.
daniela bruni
mostra visitata il 7/06/2001
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