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fino al 15.XI.2010 | Francesco Simeti | Roma, Pastificio Cerere

di - 9 Novembre 2010
I lavori di Francesco Simeti (Palermo, 1968; vive a New York) si immergono in una
natura apparentemente verde per poi prenderne le difese e, invece di mettere in
scena il rumore di una brutalità avvolgente ma subita, abitano quinte di
cartone e stampe fotografiche dove la natura stessa, riprodotta, appare come
contaminata e artefatta.

Visitando la mostra per il
Pastificio, si potrebbe pensare che Simeti si sia lasciato ispirare dalle
antiche stampe giapponesi, eppure Esercizi
e Simulazioni
incarna una scenografia subdola, di una carneficina sottile
ma costante: quella a cui l’uomo quotidianamente partecipa senza rendersene
conto o, peggio, facendo finta di niente. Fedele al sentimento intimo e
rispettoso che lega l’artista all’arte e alla natura, non potevano mancare gli
ironici innesti scenografici che mostrano quanto il petrolio corroda le acque o
quanta immondizia non riciclabile conviva con arbusti rassegnati.

Con i riferimenti alla caccia,
Simeti invade la fauna per combattere con la flora un maltrattamento quotidiano
ma silenzioso. Eppure le prove incriminate dall’artista sono nascoste dietro
una foglia, tra le nuvole di un cielo artefatto e cercano nell’attenzione del
fruitore un possibile alleato. Lampadine a penzoloni rinchiuse in gabbie di
plastica emanano una luce fredda e asettica, senza preoccuparsi di non
rifocillare i rami e le foglioline che isolate fioriscono lungo il muro: di
plastica anche loro.

Francesco Simeti - Esercizi e Simuazioni - 2010 - courtesy Fondazione Pastificio Cerere, Roma - photo Giorgio Ciardo
Attingo al calderone di immagini a cui mi sottopongo”, dichiara
Simeti, e la ricerca minuziosa resta costante, intenta a tessere il filo
conduttore del suo lavoro. Dai primi pattern ornamentali di una “bellezza pericolosa” si passa all’elemento
scenografico totalizzante che convive in un “rinnovatoPlastic Eden
il suo artificio più teatrale. Due xilografie rivelano agli occhi più attenti
sagome in movimento dentro cataclismi naturali. Le lastre usate sono usurate,
perché rifiuti di strada ora riciclati e intrisi di immagini d’archivio
impresse sulla carta che, nella frammentazione della stampa incisa, ritrovano
la perdizione a cui l’immagine stessa fa riferimento.

Dopo una lettura adeguata,
quello che sembrava estetico e colorato diviene terribilmente drammatico e i
colori si confondono nell’artificialità di una messa in scena catastrofica, e
lo stesso avviene per il grande pattern Whole
Wheat
, pensato per la facciata esterna della Fondazione. L’intervento site specific
si sposta dunque all’esterno, ricoprendo più di 700 metri di edificio; anche
qui torna una natura globalizzata e contaminata da una sorta di “pastiche naturale” geneticamente
modificato.

Francesco Simeti - Esercizi e Simuazioni - 2010 - courtesy Fondazione Pastificio Cerere, Roma - photo Giorgio Ciardo
Parte del lavoro, esposto fino
ad aprile 2011, verrà poi affidata al Laboratorio di artigianato che la
Cooperativa Cecilia onlus conduce presso il carcere minorile di Casal del
Marmo, dove un gruppo di donne vi realizzerà delle borse da vendere in
beneficenza. Il recupero dell’ambiente e la sua crociata verso il reinserimento
nella nostra società ha condiviso la politica poetica di Simeti con gli intenti
della Fondazione; si spera anche con i suoi fruitori.

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Francesco Simeti – Esercizi e Simulazioni

a cura di Laura Barreca

Fondazione Pastificio Cerere

Via degli Ausoni, 7 (zona San Lorenzo) – 00186 Roma

Orario: da lunedì a venerdì ore 15-19

Ingresso libero

Info: tel. +39 0645422960; info@pastificiocerere.com; www.pastificiocerere.com

[exibart]

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