Attiva fin dal 1964, vicina alle linee di ricerca del Gruppo ’70, Ketty La Rocca ha sempre osservato con implacabile attenzione le ambiguità su cui poggiavano le basi di una morale, che poi non era altro che conformismo sedimentato, ottuso: ne ha smascherato il volto assurdo, l’ansia di accumulare, l’incapacità di comunicare, l’omologazione e la paura, radicata ed inesorabile, della fine.
Ha utilizzato un’ironia, che era disillusione e contemporaneamente volontà di denuncia, accostando fotografie e testo scritto, sovvertendo i messaggi tranquillizzanti dei media, mostrando cosa succede nel punto in cui realtà ed apparenza non coincidono.
Nascono così i collage in cui soggetto e messaggio verbale fanno venire a galla, di volta in volta il disagio della situazione femminile (“Sana come il pane quotidiano”), l’orrore della guerra e l’implicita accusa ai suoi oscuri finanziatori (“Bianco Napalm”), il problema del Terzo Mondo, vittima di una nuova, subdola, forma di colonialismo (“Signora, lei che ama cucinare bene ”).
A venticinque anni dalla morte, l’allestimento nello Spazio S8Zero di Palazzo delle Esposizioni è un omaggio all’artista e l’occasione per presentarne il percorso, attraverso una selezione di opere già note e un’installazione, “Specchi ”, proposta per la prima volta al pubblico.
Nella serie dei polittici un soggetto famoso, ormai acquisito dall’immaginario collettivo (la locandina di “Via col Vento ”, o l’immagine del David di Michelangelo) sembra dissolversi, diventando solo un profilo, il segno di una calligrafia sottile, che va avanti automaticamente, associando in un fluire di pensieri e non sense.
Le “Craniologie” sono la coraggiosa testimonianza del male incurabile che ha ucciso l’artista: la forma del cranio è solo un’ombra bianca svuotata, ridotta ad impronta labile, al suo interno le dita di una mano si chiudono a pugno, forse un nucleo di energia; tutt’intorno una scritta ripetuta ossessivamente: “You ”.
È uno spazio chiuso nei riflessi moltiplicati, quello dell’installazione “Specchi ”: lo spettatore si muove, la sua immagine rimbalza, sempre diversa. Ha le sembianze di una strana promessa di vita.
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Era una donna bellissima. Mi sembra, non ne sono sicuro però, che abbia fatto anche esperienze musicali... ne sai qualcosa?
Ciao
Mi farebbe piacere se fosse possibile approfondire il discorso su Ketty La Rocca; è un'artista che apprezzo moltissimo e che è stata sfortunata. Non ho ancora visto la mostra di Monsummano, ma ci andrò presto. Hai visto le "Craniologie"? Come sono? Mi hanno sempre colpito molto... credo che ci vogliano coraggio e passione; secondo me è un tipo di espressione artistica che solleva questioni cui non è semplice trovare risposte. Ricordo una sua foto, anni fa, su "La Nazione": i capelli neri, lunghi... lo sguardo rivolto verso l'obiettivo; i suoi occhi, che ricordo scuri, brillavano. Splendida e indecifrabile, come spesso sono le donne. Ciao
Sto scrivendo la tesi su Ketty La Rocca. Se qualcuno di voi ha del materiale interessante( articoli di riviste, vecchie mostre)o semplicemente è interessato ad uno scambio di idee sull'artista mi contatti!
Ciao!