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La pittura come mimesi dell’inconscio e ricerca dell’identità. Il mondo immaginifico di Alessandro Scarabello si rivela nelle opere esposte a Roma presso gli spazi di The Gallery Apart, un raggruppamento degli ultimi lavori concepiti dall’artista nell’ambito di una ricerca pittorica che guarda, per contenuti e iconologia, alla figura di Phersu, un personaggio ritratto in alcuni affreschi catacombali di Tarquinia e che, per etimologia e tradizione, richiama la presenza mascherata. Se questo misterioso personaggio, il cui nome lo ritroviamo nel titolo della mostra “The Garden of Phersu”, diventa agli occhi dell’artista pretesto o suggestione per riflettere sulla rappresentazione ambigua della figura umana, l’iconografia dello spaventapasseri si impone come scelta formale e di significato per rappresentare un mondo in cui l’animato e l’inanimato si evocano a vicenda attraverso il potere della pittura. Oscuri scorci di paesaggio, ambienti che richiamano quinte teatrali sono il luogo in cui lo spaventapasseri fa capolino quasi come un’apparizione, mostrandosi come maschera e feticcio allo stesso tempo. L’umano è suggerito, ma non è presente. Mentre «il vuoto intellettuale rappresentato dallo spaventapasseri» – come ci racconta l’artista – «fa calare lo spettatore in una dimensione tragica ed euforica allo stesso tempo». Il dubbio sull’identità, sul rapporto tra forma e sostanza si affianca alla rappresentazione naturalistica dello scenario che accoglie la finzione della rappresentazione umana, fino a coincidere con la stessa finzione pittorica. Viceversa, la rappresentazione di ciò che è nella realtà inanimato, suscita nella pittura la possibilità di un’esistenza.
Tra i tanti riferimenti simbolici e letterari dello spaventapasseri (figura legata al rituale magico e di cui è intrisa la cultura di molte tradizioni contadine europee) balza alla mente la popolare storia del Mago di Oz, nella quale lo spaventapasseri, liberato dal palo che lo rendeva immobile, decide di mettersi in viaggio desideroso di ricevere un cervello: una disperata ricerca dell’identità. La componente magica di questa figura emerge nelle opere di Scarabello come messa in scena ed evocazione di un aspetto mancante, di una flebile esistenza o inesistenza da smascherare.
Nelle tele, i colori ad olio sfavillanti dei dettagli naturalistici convivono con la penombra emanata dalla figura dello spaventapasseri e dagli scorci bui, polarizzando il pensiero negli estremi vita-morte.
Sono pitture “silenziose” che mettono in scena il vuoto che si fa autorità per rapire l’identità.
Giuliana Benassi
mostra visitata il 7 giugno 2016
Dal 12 maggio al 16 settembre 2016
Alessandro Scarabello, The Garden of Phersu
The Gallery Apart
Via Francesco Negri 43, Roma
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 15 alle 19 e su appuntamento