I quadri di Ian Tweedy sono un susseguirsi di piani sovrapposti, opere inedite e intricate che rapiscono lo sguardo del pubblico lasciandolo meravigliato. Ogni piano comunica con l’altro in un assunto corale che non stona mai ma, allo stesso tempo, ognuno s’illumina di luce propria raccontando la sua parte di storia. Ian Tweedy è un artista americano segnato dalle contaminazioni militari e religiose che hanno fatto parte della sua vita e, adesso, riemergono nelle sue opere tanto personali da costituire uno scrigno memoriale che ne ripercorre le fasi più significative. Sull’artista ha inciso anche il duro periodo passato a lottare contro un tumore arroccato nella sua testa. Un passato che ritorna figurandosi, senza mai svelarsi, in soggetti posti di ¾ con evidenti cicatrici che rimandano alle varie battaglie che lo hanno portato alla vittoria e, quindi, ad una nuova fase della propria vita. Una storia raccontata con il filtro immaginifico dell’artista che interiorizza la realtà rappresentandola con un linguaggio nuovo totalmente immersivo. Queste opere inedite sono il frutto di una ricerca attenta in cui non ci sono mediazioni con altri stili artistici (come: graffiti, sculture, fotografie) nettamente presenti nelle opere giovanili. Da questi elementi non si distaccherà mai completamente sia in termini di concezione e contemplazione dello spazio (urbano e naturale), sia per spunti grafici e figurativi.
Ian Tweedy, My Wall, vista della mostra, foto di Giorgio Benni
“My wall” è il risultato pittorico nato da un evidente rapporto conflittuale che l’artista ha avuto con la pittura astratta americana basata su compromessi e riconciliazioni, concretizzandosi in una continua tensione verso la suddetta senza mai raggiungerla veramente dato il suo evidente e forte legame con la grafia e l’immagine. Ian Tweedy organizza il suo lavoro sulla base di un processo di selezione disponendo a terra le foto, gli appunti, i disegni e, ragionando, mette ordine al caos dei suoi ricordi, della sua vita, e poi trasporta tutto sulla tela. Colori e piani si mescolano, pennellate dalla delicatezza assoluta accarezzano la tela accennando figure delicate ed evanescenti pronte a scomparire oltre il muro, oltre l’ostacolo. Un continuo “andare avanti” immergendosi nello spazio tridimensionale della tela. Il suo forte rapporto con l’immagine e il suo legame viscerale con lo spazio è resa in maniera impetuosa tanto che l’ambiente naturale rappresentato con arbusti, edera, gramigna, spighe, si fa strada in un processo di rigenerazione connotandosi come elemento costante nelle tele immergendo sia la dimensione urbana che umana. “My wall” è una filosofia di vita, un ostacolo oltrepassato da dove ricominciare, un punto di arrivo dal quale partire nuovamente.
Valentina Muzi
Mostra visitata il 19 aprile
Dal 19 aprile al 16 giugno 2018
Palazzo Sforza Cesarini
via Sforza Cesarini 43a
00186 Roma
Orari: Martedì – Sabato 1 – 7 pm
Info: T: +39 0639378024 M: monitor@monitoronline.org