Per inaugurare la propria stagione invernale, The Gallery Apart sceglie un’artista ormai cara alla galleria, Gea Casolaro, che porta in scena il progetto Still here, dal quale ha selezionato solo alcune delle centinaia di fotografie scattate negli ultimi due anni. Si tratta di un lavoro sviluppato a partire dai mesi di residenza dell’artista presso la Cité Internationale des Arts di Parigi, città dove l’artista non aveva mai vissuto se non da semplice turista.
Sulla scia delle mostre Visioni dell’EUR (2006) e Permanente presenza (2007) Casolaro continua a lavorare sulla costruzione di ricordi, che diventano testimonianza di un ponte tra passato e presente, della fusione fra arte e vita; il risultato non è uno sguardo nostalgico, ma consapevolezza che la realtà – nella quale stiamo mettendo le basi per il futuro di chi verrà – sia stata costruita da qualcuno prima di noi.
«Quando ho lavorato sul quartiere dell’EUR, al quale i registi guardavano come scenario di una modernità drammatica, io ho apportato i miei ricordi di bambina, ricordi positivi della mia infanzia. La memoria di cose vissute con altri ti lega ad un luogo», racconta Gea Casolaro in un’intensa, bellissima intervista.
Come fare a costruire questa memoria in un luogo al quale non si è legati? Still here è il risultato di un triplice percorso per dare una risposta a questa domanda.
Innanzitutto i film. Perché usare il cinema? «L’ho fatto perché essendo molto legato a Parigi il cinema era già un ottimo punto di partenza», spiega l’artista. D’altronde, basti pensare che Parigi è stata da sempre città d’elezione della luce, sia essa intesa come Illuminismo, come illuminazione che rende visibile, come Ville lumière dove gli esperimenti cinematografici dei fratelli Lumière furono proiettati per la prima volta. «Inoltre il cinema è l’arte che sintetizza tutte le altre arti (letteratura, musica, fotografia, teatro) e per me diventa una sorta di metafora di come l’arte ci ancori alla realtà», continua l’artista.
In seconda battuta quella flânerie tipica dei libri di Baudelaire, quei percorsi tracciati in una città – che già di per sé non lascia da soli, che si dà come fosse una creatura vivente – nei quali si collocano i protagonisti di quelle pellicole cinematografiche, dove Marlon Brando o Juliette Binoche diventano cittadini immaginari nella realtà presente e compagni di viaggio dell’artista.
Infine, quello sguardo inteso come una mappatura della città, sia personale che collettiva, e che permette al lavoro di presentarsi come la risoluzione di un puzzle complesso.
A completare, o sarebbe più esatto dire a cominciare questo viaggio, lo studio parigino dell’artista, fedelmente ricostruito negli spazi espositivi. Un puzzle di libri, post-it, fotografie, messaggi
Volver atràs para ir adelante (tornare indietro per andare avanti): la mostra potrebbe riassumersi in questa espressione, peraltro titolo della sua personale nel 2004 al Teatro India.
Still here è un lavoro reso possibile grazie alla condizione di “esule volontaria” rispetto alla patria nella quale l’artista si riconosce, grazie a quella porosità che le permette di adattarsi in altri luoghi che non siano quello di appartenenza. Ma è anche un lavoro sulla memoria costruttiva, che testimonia quanto e come grazie all’arte si possa sopravvivere ad un sentimento di estraneità nei confronti di una memoria “ostile”, al di fuori di quella personale, quanto e come si possano stratificare nella mente ricordi di un luogo che non ci appartengono e che arrivano alla mente.
Still here è un viaggio nella Parigi di Gea Casolaro. Regarde de tous tes yeux, regarde. Eccola lì, la città, adesso.
Alessandra Caldarelli
mostra visitata il 30 settembre 2013
dal 30 settembre al 16 novembre 2013
Still here
Gea Casolaro
The Gallery Apart
Via Francesco Negri, 43 – Roma
Orari: martedì – sabato 15.00 – 19.00 e su appuntamento