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06
novembre 2014
Proprio come una volta quando gli artisti affrontavano un lungo viaggio per venire a Roma, così oggi Nick Oberthaler mette piede in Italia e lo fa iniziando da Roma, al Museo Hendrik Andersen con la mostra “Calculate Reserve” .
In una casa – museo piccola e un po’ defilata come questa, fuori dai grandi circuiti dell’arte contemporanea, succede che si ospitano periodicamente mostre di maestri già affermati, ma anche di giovani creativi come Oberthaler, classe 1981, che però ha già all’attivo un percorso intenso con esposizioni in Belgio e Francia.
Il progetto è curato da Pier Paolo Pancotto che ne spiega così il senso: ‹‹Volevamo registrare la presenza attiva di artisti stranieri a Roma, in particolare di tutti quelli che hanno avuto un rapporto più o meno duraturo con il contemporaneo italiano e romano. Senza per forza seguire la moda della residenza, ci interessava osservare lo sguardo più spontaneo dell’artista, per capire come la sua sensibilità così, a presa diretta, dialogasse con Hendrik Andersen››. E l’artista: ‹‹Ero spaventato e insieme affascinato dal fatto che il posto della mia esposizione non fosse la classica galleria bianca e vuota››.
L’ importante è insomma come si instaura una relazione con il luogo vissuto da Hendrik, e allora come lo fa Nick?
Mentre al piano terra inserisce un’installazione che in qualche modo tiene conto delle preesistenze architettoniche, al contrario, al primo piano (che corrisponde all’abitazione di Andersen) lavora con maggiore libertà, più respiro.
E infatti, lui, che è pittore, toglie i panni del pittore e inventa una serie di concetti di “pittura senza pittura”, dando il via ad una riflessione sul concetto di pittura stesso.
Che adesso si esplicita con media differenti dalla pittura: con elementi plastici e pannelli appesi alle pareti, con lavori di carte colorate che dentro condensano gli elementi cromatici delle strutture architettoniche. ‹‹Domina il rosa, che era l’ossessione di Andersen…e non ce ne eravamo mai accorti››, dice il curatore. A riprova di quanto l’attenzione di un artista sia più acuta.
Al piano terra Nick occulta la luce naturale delle finestre con pannelli plastici che riflettono gli oggetti dentro la sala, che quasi rimbombano.
Le statue di Andersen, già ambigue, adesso riflettono una nuova luce. Sono statue di un’inquieta bellezza a metà tra femminile e maschile, e per comprenderlo forse bisogna spulciare dentro la sua biografia.
Le immagini deformanti rimandano a una immagine diversa da quella originaria, e hanno una parte fondamentale nell’estetica di Nick.. Torniamo su: c’è una frase obliqua dipinta su una tenda di cotone. È in francese e per leggerla bisogna bere les Fleurs du Mal!
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 5 ottobre
Dal 20 settembre al 16 novembre 2014
Nick Oberthaler, Calculate Reserve
Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini, 20
00196 Roma, Italia