Proprio come una volta quando gli artisti affrontavano un lungo viaggio per venire a Roma, così oggi Nick Oberthaler mette piede in Italia e lo fa iniziando da Roma, al Museo Hendrik Andersen con la mostra “Calculate Reserve” .
In una casa – museo piccola e un po’ defilata come questa, fuori dai grandi circuiti dell’arte contemporanea, succede che si ospitano periodicamente mostre di maestri già affermati, ma anche di giovani creativi come Oberthaler, classe 1981, che però ha già all’attivo un percorso intenso con esposizioni in Belgio e Francia.
Il progetto è curato da Pier Paolo Pancotto che ne spiega così il senso: ‹‹Volevamo registrare la presenza attiva di artisti stranieri a Roma, in particolare di tutti quelli che hanno avuto un rapporto più o meno duraturo con il contemporaneo italiano e romano. Senza per forza seguire la moda della residenza, ci interessava osservare lo sguardo più spontaneo dell’artista, per capire come la sua sensibilità così, a presa diretta, dialogasse con Hendrik Andersen››. E l’artista: ‹‹Ero spaventato e insieme affascinato dal fatto che il posto della mia esposizione non fosse la classica galleria bianca e vuota››.
L’ importante è insomma come si instaura una relazione con il luogo vissuto da Hendrik, e allora come lo fa Nick?
Mentre al piano terra inserisce un’installazione che in qualche modo tiene conto delle preesistenze architettoniche, al contrario, al primo piano (che corrisponde all’abitazione di Andersen) lavora con maggiore libertà, più respiro.
E infatti, lui, che è pittore, toglie i panni del pittore e inventa una serie di concetti di “pittura senza pittura”, dando il via ad una riflessione sul concetto di pittura stesso.
Che adesso si esplicita con media differenti dalla pittura: con elementi plastici e pannelli appesi alle pareti, con lavori di carte colorate che dentro condensano gli elementi cromatici delle strutture architettoniche. ‹‹Domina il rosa, che era l’ossessione di Andersen…e non ce ne eravamo mai accorti››, dice il curatore. A riprova di quanto l’attenzione di un artista sia più acuta.
Al piano terra Nick occulta la luce naturale delle finestre con pannelli plastici che riflettono gli oggetti dentro la sala, che quasi rimbombano.
Le statue di Andersen, già ambigue, adesso riflettono una nuova luce. Sono statue di un’inquieta bellezza a metà tra femminile e maschile, e per comprenderlo forse bisogna spulciare dentro la sua biografia.
Le immagini deformanti rimandano a una immagine diversa da quella originaria, e hanno una parte fondamentale nell’estetica di Nick.. Torniamo su: c’è una frase obliqua dipinta su una tenda di cotone. È in francese e per leggerla bisogna bere les Fleurs du Mal!
Anna de Fazio Siciliano
mostra visitata il 5 ottobre
Dal 20 settembre al 16 novembre 2014
Nick Oberthaler, Calculate Reserve
Museo Hendrik Christian Andersen
Via Pasquale Stanislao Mancini, 20
00196 Roma, Italia
Critica, storica dell’arte e redattrice per prestigiose riviste di settore (Exibart,Art e Dossier, Finestre sull’arte) ha all’attivo numerosi articoli e interviste a galleristi (Fabio Sargentini), direttori di Musei (Anna Coliva) curatori (Alberto Fiz), vertici di società di mostre (Iole Siena, Arthemisia Group e Renato Saporito, Cose Belle d’Italia). Da tempo collabora con la Direzione della Galleria Borghese con la quale dopo aver prodotto una ricerca inedita sul gusto egizio ha svolto un lungo periodo di formazione. Nel 2015 fonda Artpressagency la sua agenzia di ufficio stampa, comunicazione, critica d’arte e di editing che sta espandendo e che ha visto collaborazioni notevoli con colleghi e musei, istituzioni su tutto il territorio nazionale (MaXXi di Roma, Biennale di Venezia, Zanfini Press, Rivista Segno, ecc.). Lavora come editor per Paola Valori e in qualità di addetta stampa scrive per le mostre di Studio Esseci, Arthemisia, Zetema, Mondomostre, ecc. Tra le pubblicazioni più importanti: “Margini di un altrove”, catalogo della mostra svoltasi nel 2016 a Siracusa in occasione delle rappresentazioni classiche, “History is mine _ Breve resoconto femminile ”: unico capitolo dedicato al genere femminile pubblicato nel libro “Rome. Nome plurale di città” di Fabio Benincasa e Giorgio de Finis, “La verità, vi prego, sulle donne romane”, indagine archeologica e figurativa sull’assenza nei luoghi delle donne nella Roma antica, per FEMM(E)-MAAM ARTISTE. Al momento, oltre all’aggiornamento di Report Kalabria, indagine sulle contaminazioni artistiche contemporanee nei luoghi archeologici in Calabria, si sta occupando di promuovere un progetto originale degli artisti Francesco Bartoli e Massimiliano Moro, anche dei linguaggi multimediali applicati a eventi espositivi. Gli articoli di Anna su Exibart.com